[...] Forse faremmo meglio a chiamarla "esseri umani 2.0": perché questa che stiamo vivendo è una vera rivoluzione antropologica, un'evoluzione assolutamente senza precedenti dei comportamenti e dei linguaggi, delle forme di percezione e conoscenza, del nostro stesso patrimonio biologico. [...]
[...] Milioni di persone che ogni giorno scrivono in rete non possono che tramutare i ritmi, le forme, il metabolismo della scrittura. Ma si tratta semplicemente delle pulizie di primavera dell'evoluzione: un modello di scrittura tramonta e ne sta nascendo un altro, più plurale, più globale, più immediato, per nulla lineare, assolutamente a tutto campo. [...]
[...] Adesso allarghiamo l'inquadratura, ed ecco che il cambiamento che stiamo vivendo si rivela in tutta la sua grandezza: milioni di esseri umani hanno smesso di essere spettatori passivi e, con le loro pagine personali, i loro video, le foto, le musiche, stanno diventando autori e protagonisti. [...]
[...] Improvvisamente, la produzione e condivisione diffusa di contenuti comunicativi si evidenzia come la merce fondamentale nell'era dell'informazione. [...]
[...] Se pensiamo che la più diffusa patologia nella storia dell'umanità è proprio la sensazione che la propria esistenza singolare sia insignificante, che può essere sublimata in qualche causa o fede collettiva e ridotta a un eterno stato di passività davanti a prodotti e idee esterni, be', ditemi voi se questo improvviso e potente senso di sé non rischia di essere fondamentale quanto la scoperta che la terra non è piatta. [...]
[...] stavolta per evolvere ed espanderci non ci viene richiesto di sacrificare una parte di noi, di diventare superuomini, santi, bionici, più che umani. Quel che ci viene richiesto è di essere noi stessi, in tutta la nostra pienezza, anzi di valorizzare noi stessi. Queste nuove tecnologie comunicative ci invitano a essere non più tecnologici ma più biologici: è il meraviglioso paradosso che ci ritroviamo oggi a vivere. [...]
Incredibile!
Un articolo da un fascino davvero irresistibile che vi consiglio di leggere, rileggere e poi stampare e tenere sulla scrivania. La versione completa la trovate qui (grazie Roberta)!
Letto con gli occhi ed il cuore di chi, come me (e come altri), ha ripudiato l'etichetta markettara del Web 2.0, questo è un inno che con un linguaggio finalmente non tecnico ci vuole anche dire:
non è il Web che evolve ma i suoi utenti. Noi!
Una rivoluzione antropologica insomma. Parola di filosofo...
9 commenti:
Marco, bellissimo articolo, veramente! Questo post lo sottoscrivo con delicious.
Grazie.....
bè è lo stesso, l'ho postato su segnalo:))
Passa ogni tanto, eh!
Annarita, io ho soltanto fatto una citazione ;-)
Grazie per il tuo commento e spero di poterne fare presto qualcuno uno su uno dei tuoi blog!!!
Lo so che hai fatto una citazione;)), ma sempre un bellissimo post rimane;).
Ti aspetto allora sui miei blog.
Ciao!
Grazie Annarita ;-)
Marco, passa dal mio blog sul web 2.0 che trovi nel mio profilo, cliccando sul mio nome qui nel commento. C'è un'iniziativa...
Ciao.)
Assistiamo ad un nuovo Umanesimo!
Neoumanesimo 2.0?
Lear
Il progresso é tale, a mio avviso, quando produce un arricchimento sociale, cioè quando favorisce l'inclusione di tutti, senza alcuna distinzione.
Viviamo in una società non completamente progredita, lo dimostra il problema (in continua espansione) del digital divide, che ha raggiunto una progressiva stratificazione ed inizia a coinvolgere anche persone di media cultura e media disponibilità economica.
Viviamo in una società ricca di contraddizioni, il tuo post si somma alle tante: tu vedi una realtà di cui esalti i colori, perchè non intendi analizzare cosa può limitare il completo spettro.
La società della conoscenza, di fatto, ancora non é nata.
Claudio,
e' un piacere ritrovarti sul mio blog. Grazie per il tuo prezioso commento!
Questo post, in effetti, potrebbe soffrire di una visione ristretta (la mia) del fenomeno.
Dall'apertura del mio blog mi sento un utente molto piu' evoluto del Web e, di conseguenza, arricchito anche a livello personale: da utente evoluto ho saputo infatti sfruttare sempre di piu' e meglio la tecnologia web per seminare e condividere idee!
E innegabile, pero', che questa tecnologia non e' accessibile a tutti (tu fai l'esempio del digital divide) per ragioni che, pero', la mia preparazione e le mie limitate competenze mi impediscono di analizzare!
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