Secondo una ricerca condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e dalla Nielsen, i cui dati sono stati oggi presentati su Repubblica [1], più della metà degli italiani preferirebbe il Web alla televisione. A chi avesse il dubbio sulla rappresentatività del campione utilizzato, deve bastare quanto riportato sul quotidiano: sono state interessate tremila famiglie che sembra siano un campione rappresentativo di tutta la popolazione nazionale.
Sempre da Repubblica [1] vengono riportate le risultanze di uno studio analogo condotto dall'EIAA (European Interactive Advertising Association [2]) in ambito europeo che pare confermare la tendenza italiana ed evidenzia un vero e proprio boom dell'Internet.
Ne hanno già discusso Pier Luca Santoro [3] e Luca De Biase [4] nei rispettivi spazi Web ma voglio comunque porre delle questioni e dei dubbi che ho su come intrepretare questi numeri indicativi di quanto potrebbe accadere in questo neonato 2008.
Condivido quanto Luca dice (e riaffermato anche da Pier Luca) a proposito della impellente necessità di impegnarsi a fare meglio in Internet ma è proprio qui che cominciano a venirmi i dubbi. Diciamo che è relativamente facile prevedere che queste tendenze sposteranno i capitali investiti nell'advertising dai canali che (per ignoranza) definisco convenzionali (come la TV) al Web, ma mi chiedo e chiedo a voi: quali canali online dovrebbero essere interessanti da questi investimenti?
Mi viene facile pensare che dovrebbero essere (almeno) proprio quelli frequentati da quel campione utilizzato nella ricerca; un campione che, come tiene a precisare Giuliano Noci, che ha guidato la ricerca del Politecnico, risulta essere formato da persone di tutte le fasce geografiche e demografiche.
Si, ma quali sono questi canali?
Circa un mese fa Pier Luca parlava [5] della logica con cui ora i programmi televisivi sono creati ad arte per la pubblicità: essa (la pubblicità), diceva Pier Luca, agisce meglio su chi ha una bassa scolarità e limitate capacità intellettuali che, dotato di minori strumenti critici, è più influenzabile. Questo ragionamento portava alla dimostrazione del teorema del declino della qualità della programmazione TV di prime time.
Questa riflessione sul nesso tra qualità dei contenuti e pubblicità mi torna utile per spararne un'altra: quale sarà il compromesso tra produzione di contenuti di qualità (da sempre, almeno da quando lo frequento io, regola principe del Web) e la loro attitudine a calamitare le masse in una misura tale da giustificare un investimento pubblicitario? Mi spiego meglio: quanto di qualità dovrà essere il nuovo contenuto sul Web perchè il relativo contenitore riesca ad attrarre visitatori e, quindi, capitali in advertising? E poi: siamo sicuri che la presenza di advertising continuerà a garantire qualità e conseguente audience a tali contenitori?
Sono consapevole del fatto che queste questioni sono frutto della mia scarsa conoscenza di tali fenomeni che mi fa, quindi, associare l'idea dell'advertising online solo a quella dei banner e degli annunci che capita a tutti di vedere sugli spazi online.
Che mi dite voi?
Le domande appena poste potrebbero non aver senso se per investimento in advertising online si intendesse una presenza finalmente di qualità delle Aziende sul Web. Insomma non solo slogan e banner ma anche e soprattutto spazi qualificati e anche di servizio per gli utenti, presenza equilibrata e non "pubblicitaria" e partecipazione attiva alle discussioni.
Ma non sono queste (almeno alcune del)le caratteristiche di un Corporate Blog?
Per tornare al dubbio di prima (quali sono questi canali?), quindi, mi viene da dire che i canali sono ancora distanti dall'essere presenti in rete e, se ce ne sono, sono davvero pochi! Si tratterebbe, a questo punto, di prendere atto che sempre più persone frequentano la rete e che si dovrà essere pronti ad accoglierle nel miglior modo possibile.
Oppure no?
Un'ultima riflessione: come potranno mai essere le abitudini delle persone col Web quando i produttori di contenuti online avranno finalmente iniziato a cavalcare l'onda che i numeri del Politecnico ci anticipano? Il fenomeno televisivo e quello della Rete sono ovviamente differenti ma se dovesse svilupparsi negli utenti la fidelizzazione soltanto a determinati canali Web (quelli su cui presumibilmente si sarà investito maggiormente - sia che si parli di pubblicazione di Banner sia che si parli di pubblicazione di un Sito (Blog?) Aziendale) proprio come avviene per i programmi TV e se, quindi, tali canali fossero gli unici ad essere frequentati o comunque in grado di raggiungere numeri di audience rilevanti, che ruolo avrebbero i Motori di Ricerca? Sarebbero davvero così utilizzati se l'utenza cominciasse a contare su canali diventati più evoluti e di servizio e iniziasse ad utilizzare (in modo esteso) i feed? E che fine farebbero gli esperti SEO? Avrebbe, cioè, ancora senso "dannarsi l'anima" per posizionare su Google un Sito Internet?
Webliografia
[1] Repubblica - La televisione si arrende a internet - Il 2008 sarà l'anno del sorpasso
[2] EIAA - il sito Internet
[3] marketingblog - Coerenza degli investimenti pubblicitari e implicazioni operative
[4] il blog di Luca De Biase - Web prime time
[5] marketingblog - Invertendo l'ordine dei fattori il risultato cambia
8 commenti:
Volevo comunicarvi che da oltre un anno stiamo producendo contenuti originali, di qualità e soprattutto concepiti appositamente per la rete
(senza scimmiottamenti della patetica tv generalista)
http://www.nonrassegnatastampa.it/
Anonimo,
grazie della segnalazione!
Ma chi sei? :)
@Marco bella domanda ..cosa succederà?
IMHO il punto di non ritorno dell' intero sistema [web]inteso come rete globale è stato da tempo sorpassato!
Un dato sconcertante i 27 Petabyte mensili [27.000.000 di gigabyte] di banda utilizzata da YouTube [streaming] e siamo solo ad uno dei servizi piu conosciuti ! Tutto ciò implica un progressivo deterioramento della rete ..
carpe diem
Non lo so Enore se sara' davvero cosi', se la rete si deteriorera'...
Se dovesse andare cosi' vuol dire che non si sara' capito niente :(
carpe diem, e' vero. Il problema e' riuscire ad avere il tempo per farlo e analizzare bene le cose!
ATTENZIONE... ...
"troppa analisi" mina alle radici la "creatività" e così il business e la qualità della vita.
Auguri di buon anno a tutti.
Ciao Piero e buon anno anche a te :)
Hai ragione: e' sempre scomodo (direi anzi deleterio) ingabbiare la creativita' ma nella giungla che e' il Web ora (e sara' sempre peggio) almeno un po' di sicurezza che, sparando, ci si avvicini al centro del bersaglio serve.
Il tempo caro mio, il tempo :(
I dati riportati nell’articolo di Repubblica traggono spunto dalla ricerca dell’Osservatorio Multicanalità, il cui risultato non è il sorpasso del web sulla tv ma l’emergere di nuovi segmenti di clienti multicanali che hanno un comportamento di acquisto e basket di spesa particolarmente interessanti.
Sul sito www.multicanalita.it sono presenti alcune precisazioni metodologiche, nonché è possibile scaricare integralmente gli atti del convegno del 15 novembre 2007.
Andrea, ti ringrazio per la preziosa segnalazione!
Ho visto che ne hai parlato anche tu nel tuo blog (molto interessante!).
Staremo a vedere come si svilupperanno le cose. L'importante e' capire bene le tendenze e saper cogliere le opportunita' che questa onda portera' con se' ;)
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