domenica 2 marzo 2008

una Piazza Reale, Non Virtuale!

E' stata una bellissima esperienza!

Stasera mi sono unito via chat al gruppo di Web to Web; c'era la seconda puntata da seguire e, dopo aver visto in differita quella di domenica scorsa ho voluto vedere da più vicino l'effetto che fa!

Straordinario!

E' stato come guardare la TV ma non era la tv perchè non pagavo nessun canone e perchè c'era qualcosa di interessante da ascoltare; è stato come vedere dei personaggi famosi sullo schermo ma che da me non erano distanti perchè ci si conosce già, ci si legge e si commenta; è stato come vivere da protagonista nello scrivere un paio di interventi in chat.

Sarà che mi lascio spesso trasportare dall'entusiasmo ma potrò dire che stasera c'ero anch'io.

Lo spunto per la conversazione è stato ancora il caso Vespa ma poi ognuno ha parlato della propria esperienza ed ha cercato di spiegare la propria visione di blog. E' solo l'inizio, come dice Gigi, verso la definizione di obiettivi di queste conversazioni. Ma ora che ci penso non è nemmeno detto che di precisi ce ne debbano necessariamente essere, almeno non sempre.

Quel che è certo è che ora si sa che ci sono infrastrutture e tecnologie per poter creare una piazza che io chiamerei reale e non virtuale. Stasera abbiamo parlato, discusso veramente.

Forse più in la si costruirà un obiettivo tangibile; magari dopo che si sarà messo tutto a punto.

Ma sono sicuro che la tenacia e la passione di quelli che c'erano stasera e di quelli che sono certo che strada facendo si uniranno, saranno tali da rendere l'obiettivo che ci si sarà dati molto più vicino di quanto non lo sia oggi.

Forse sono ancora vittima dell'entusiasmo ma stasera è così :)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Marco...

...come possiamo evitare che tutto questo lavoro si trasformi solo nell'ennesima "fabbrica di parole"??

Ciao
Piero

Marco Dal Pozzo ha detto...

Ciao Piero!

come possiamo evitare che tutto questo lavoro si trasformi solo nell'ennesima "fabbrica di parole"??

Parlando o, meglio, conversando con questo mezzo, ancora un altro po'!

Ieri sera, durante e alla fine della piacevole conversazione, sono emersi dei problemi di carattere logistico e se ne discuteva.

Ho come l'impressione che si stia affinando ancora il mezzo che poi, io credo, definire degli obiettivi e raggiungerli.

Senza trascurare, come dico nel post, che anche una semplice conversazione fine a se stessa non ci starebbe poi cosi' male :)

LB ha detto...

Marco,
devo dirti che nel tuo post c'è una frase che mi terrorizza .. (troppo forte? .. potevo dire "spaventa" .. ma ho appena commentato Marco Freccero's Difendere il tempo e .. sono in pieno clima da finale di un film western .. quando aspetti l'arrivano i nostri) ..

Comunque .. la frase è Forse più in la si costruirà un obiettivo tangibile; magari dopo che si sarà messo tutto a punto

Per adesso mi fermo qui .. faccio sbollire l'emozione .. ma intanto vorrei provare a far balenare un'ideuzza .. tipo: e se .. in parallelo all'esperienza di mettere a punto qualcosa prima di avere un obiettivo tangibile .. si facesse anche un'esperienza di .. concordare la condivisione di un obiettivo tangibile per cui mettere a punto le cose ... ??

Poi si fanno i confronti e si vede quale dei due approcci porta a risultati migliori ..

Marco Dal Pozzo ha detto...

Oddio Luigi!
Si, forse ho bestemmiato :-/ Ho scritto il post d'impeto, con l'entusiasmo del momento perchè è stata davvero una bella esperienza.

Mentre parlavamo (chi in video, chi in chat) mi chiedevo cosa stesse venendo fuori. Ho chiesto in chat a Caterina: ma se dovessi dire cosa è venuto fuori dall'esperienza di stasera, cosa diresti?. Lei ha risposto come avrei risposto anch'io: ci siamo resti conti che c'è un altro modo di fare conversazione.

Alla fine della diretta sono rimasto connesso in chat un altro po' e sono stato osservatore di qualche scambio di battute la cui essenza posso riassumere così: bisogna rivedere alcuni aspetti tecnici perchè ci sono dei limiti (qualcuno infatti non è riuscito ad intervenire).

E riflettevo: ma che obiettivo ci si era dati prima? è stato raggiunto?

Beh, forse l'obiettivo era semplicemente conversare. E devo dire che l'abbiamo raggiunto!

E la riflessione che faccio è semplice: ma vuoi vede' che in questo modo si può anche pianificare una conversazione destinanta a produrre degli effetti tangibili (qualsiasi essi siano)?

Se l'esperienza sarà continuata nel tempo, credo che le nuove conversazioni produrranno contemporaneamente sia l'affinamento del mezzo sia la condivisione di un fine (intendendo come fine lo stesso affinamento del mezzo)...

E se le esperienze saranno state positive credo che si sarà pronti a supportare quella cultura utente di cui si parla da un po' ;-): la cultura per quanti, cioè, che, avendo fissato un proprio fine, non sentiranno come invasivi dei mezzi che noi avremo provato e affinato prima!

LB ha detto...

Marco, le cose che mi hai detto possono essere rese compatibili con il timore di non arrivare a veder sorgere una cultura utente .. solo se - mi sembra - parte un'iniziativa che permetta la coesistenza paritetica di due diverse priorità: quella del mezzo e quella del fine.

Parliamo da anni di digital divide, come di un divario digitale che separa chi ha accesso alla tecnologia da chi non l'ha.

Lavoriamo da anni per colmare il divario e omogeneizzare l'accesso.

Forse è giunto il momento di attivare e presidiare un cultural divide .. da intendere come uno spartiacque culturale tra chi ha una cultura digitale e chi non l'ha, neppure dove il divario digitale non esiste più.

Per dare un significato pratico a quello che cerco di dire .. potremmo ipotizzare di presentare un BarCamp come primo esempio di un tale spartiacque culturale .. ??

.. aspetto una prima impressione prima di aggiungere altro .. qualcosa si dovrebbe cominciare a capire .. - mi sembra -

Marco Dal Pozzo ha detto...

Luigi,
per il cultural divide con me sfondi una porta aperta. Sento anch'io questa distanza tra me e Mamma (perdona l'autocitazione ma è per rendere ancor più chiaro cosa intendo), e sento anche il bisogno e la necessità di colmarla.

Ma ho dubbi sull'essere funzionale di un BarCamp al raggiungimento di questo obiettivo essendo questi incontri comunque a quasi esclusivo uso e consumo di un popolo che comunque sta da una parte (la Rete).

Qui, invece, di parti ne abbiamo due e bisogna avvicinarle!

A meno che tu non intenda il BarCamp un luogo adatto a discutere di un metodo per superare questo fossato!

Marco Dal Pozzo ha detto...

Luigi,
perdonami ma ho scritto delle ca**ate!

Evidentemente non avevo letto con attenzione le tue parole. Quindi...

Per dare un significato pratico a quello che cerco di dire .. potremmo ipotizzare di presentare un BarCamp come primo esempio di un tale spartiacque culturale .. ??

Sottoscrivo ovviamente in pieno ;) E le ragioni le trovi nel mio commento precedente!

Chiedo venia!

LB ha detto...

Marco,
l'ultima frase del tuo penultimo commento:

A meno che tu non intenda il BarCamp un luogo adatto a discutere di un metodo per superare questo fossato!

l'avevo inerpretata nel senso della mia frase che hai ricordato

.. potremmo ipotizzare di presentare un BarCamp come primo esempio di un tale spartiacque culturale .. ??

Sto pensando - dal titolo di questo tuo post - di provare a parlare di

Potenziale Realtà di una Piazza Virtuale

Sulla Piazza Virtuale s'incontrano e possono aggregarsi portatori di conoscenza con differenze di cultura, di localizzazione, di esperienza, di età, di lingua .. eccetera .. Giusto?

La Realtà ... potenzialmente percepibile .. di una tale situazione .. di fatto già permessa (o enabled) .. dalla tecnologia .. dovrebbe esprimersi in termini di technology user empowerement .. Giusto?

Sto pensando alla metafora dell' alveare o hive .. e alla possibilità di suggerire che i BarCamp possano iniziare ad assumere un significato organizzativo e/o strutturale simile a un alveare.

Ma ... sono in crisi nonno vs nipotini .. vorrei smetterla .. ASAP .. di pensare in termini di problemi di sistema in cerca di soluzione .. vorrei cominiciare a fare cose da nonno che si mette su un piano comunicativo con due nipotini che stanno a 15.000 chilometri di distanza da lui ..

Forse ci vorrebbe un consiglio .. di quelli che possono nascere parlando tra te e Mamma .. ?? .. ;-)

LB ha detto...

Errata: .. empowerment .. c'era una "e" di troppo .. e il concetto - in italiano - dovrebbe suonare come mettere l'utente al posto di guida .. giusto ??

Marco Dal Pozzo ha detto...

Luigi, alle tue domande rispondo che la vedo come te!

Ma poi mi perdo e perciò ti chiedo: cosa intendi quando parli di alveare o hive? Cosa vuoi dire quando applichi questo concetto ai BarCamp?

E' un concetto di cui ho solo sentito fare il nome ma non ho mai avuto il tempo di approfondire...

Ti prego Luigi, non farti cascare la braccia a terra :-/

[Ti va di scrivere un post su mdplab?]

LB ha detto...

Marco,
se riesco a scrivere qualcosa che ti sembra adatto per mdplab .. perché no? .. Mi farebbe devvero piacere!

Ti manderò una bozza; poi mi dirai.
Intanto mi sono documentato sui concetti Hub e Hive e ho già visto che tentare di metterli in relazione con i BarCamp sarebbe troppo complicato.

Ti avverto via email quando ho qualcosa di pronto, che si presti a riprendere anche idee di mdplab, di Web & Conoscenza e di Marco Freccero ... come minimo ..

Buona Domenica :-)

Marco Dal Pozzo ha detto...

Luigi, sarà un piacere!

Rivedere la tua bozza? Studiarla semmai :)

La aspetto impaziente!