sabato 5 gennaio 2013

Appunti di #democrazia2punto0 #ilsabatodimdplab #53

Qualche giorno fa è stato diffuso un decalogo con relativa domanda di adesione. Voglio inserirmi in una discussione tra Massimo Mantellini e Alessandro Gilioli per dire la mia.

Prima, però, di scorrere tale decalogo, voglio dire di un mio dubbio: se al punto 2 si dice che "bisogna dare dare pubblicità a tutte le riunioni politiche di vertice in live streaming e successiva archiviazione online, perché chi si candida alla guida del Paese non può e non deve avere niente da nascondere ai cittadini"; se cioè ci si fa paladini dell'open, come mai ci ritroviamo, così, da un giorno all'altro (dopo avere evidentemente lavorato diversi giorni nell'ombra perchè un documento così non lo si scrive in un'ora!) un decalogo già bello firmato? Lo so, le elezioni sono vicine ed un processo totalmente open non sarebbe mai e poi mai arrivato per tempo a delle conclusioni organizzate come quella diffusa, però un appello alla collaborazione, magari indicando una deadline, sarebbe stato un gesto apprezzato.

Io, comunque, ho già sottoscritto. E invito chiunque a fare altrettanto (facendo click sull'immagine si arriva alla petizione aperta sulla piattaforma Avaaz.org).



DEMOCRAZIA 2.0
Per una campagna elettorale trasparente e per una legislatura aperta alla Rete.
I firmatari di questo appello sono convinti che il futuro del Paese passi anche attraverso la Rete e le sue straordinarie potenzialità di democrazia.
Chiediamo quindi a tutti i partiti, le liste e le coalizioni politiche, durante la campagna elettorale e, poi, in caso di elezione dei propri candidati:

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1. di pubblicare online l’’elenco di tutte le candidature, offrendo a tutti i candidati una piattaforma web attraverso la quale aprirsi al dialogo e al confronto con i cittadini e presentarsi ai propri elettori con il proprio curriculum, le proprie idee e il proprio programma: massima trasparenza e apertura anche alle critiche dovranno essere irrinunciabili principi ispiratori della campagna elettorale online.
@mante: Se capisco bene il partito fornisce al candidato una piattaforma web semi obbligatoria di dialogo con gli elettori. Sono contrario, il dialogo con gli elettori è un valore (rarissimo tra l’altro) che non può essere imposto: se ci sei portato bene (e gli strumenti per farlo sono a portata di mano), se non ne hai voglia l’elettore ne trarrà le conseguenze.

@piovonorane: Neanche candidarsi è obbligatorio. Se lo fai, sei pregato di dialogare con i cittadini. Soprattutto, di far sapere chi sei e le tue idee, il tuo programma. Accettando le critiche e possibilmente rispondendo. Sarebbe un bel passo avanti, altro che.

@marcodalpozzo: Se non si è portati per il dialogo con gli elettori, probabilmente, non si è portati nemmeno per la politica.
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2. di dare pubblicità a tutte le riunioni politiche di vertice in live streaming e successiva archiviazione online, perché chi si candida alla guida del Paese non può e non deve avere niente da nascondere ai cittadini.
@mante: Frase un po’ sfortunata e molto beppegrilliana. Contrario. E comunque il live streaming come parametro democratico lo trovo piuttosto curioso.

@piovonorane: Massimo, si vede che stai lontano dalla 'politique politicienne' di Roma, tutta fatta da esoteriche riunioni a porte chiuse. Aprire almeno un po ' le finestre sarebbe una gran figata e la faremmo finita con tanta brutta politica. Pensa che io volevo aggiungere anche che le decisioni prese a porte chiuse non avessero valore, in modo che ogni decisione sia poi argomentata e giustificata in trasparenza.

@marcodalpozzo: Non la trovo beppegrilliana. La trovo meravigliosamente ingenua. Il mio giudizio è positivo.
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3. di garantire che tutti i candidati si impegnino, se eletti, a consultarsi costantemente attraverso strumenti telematici con i propri elettori, rispondendo settimanalmente online a interrogazioni pubbliche in livechat.
@mante: Contrario. Anche qui l’influsso del nefasto totem della democrazia istantanea è ben evidente: non solo irrealizzabile ma anche sostanzialmente inutile. Delle due una. O si fa il Partito Pirata dove gli eletti sono semplici protesi continuative degli elettori o si delega qualcuno e lo si lascia lavorare fino a fine mandato.

@piovonorane: No, non ci siamo spiegati bene, diciamo. La filosofia del partito pirata - e in parte anche del M5S - prevede "l'annullamento" della personalità dell'eletto, che diventa una specie di esecutore in diretta delle assemblee dei rappresentati. All'estremo opposto, oggi ogni eletto prende i voti e scappa, non lo si vede né si sente più fino alle elezioni successive. Qui si chiede una virtuosa via di mezzo, di semplice buon senso: interloquire e dialogare con i propri eletti durante il mandato, rendere contro del proprio lavoro, chiedere consigli, accettare critiche per migliorare. Tu e io abbiamo un blog aperto ai commenti: perché sappiamo quanto sia importante - per fare un buon lavoro - tenere aperto il dialogo con i lettori e confrontarsi con loro. E' un po' la stessa cosa, ecco. E sarebbe un bel passo avanti anche questo.

@marcodalpozzo: Trovo, quella di Mantellini, una critica fatta a prescindere; la motivazione è debole. D'accordo con Gilioli.

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4. di impegnarsi nella prossima legislatura perché l’accesso a Internet diventi un diritto fondamentale del cittadino.
@mante: Diritto fondamentale dei cittadini può avere molti significati. Occorrerebbe specificare meglio. Io per esempio sono favorevole ad una rete accessibile a tutti i cittadini (uno degli scopi del prossimo governo qualsiasi esso sia) ma sono contrario a dichiarazioni di principio assolute o modifiche costituzionali come quella a suo tempo proposta da Rodotà.

@piovonorane: Qui invece siamo semplicemente in disaccordo. La proposta di Rodotà è esattamente quella a cui pensiamo. Stabilire dei principi aiuta a cambiare una colletttività. Non basta, ma aiuta.

@marcodalpozzo: Io vorrei Rodotà come Presidente della Repubblica; sarebbe l'unica persona dalla quale, almeno attualmente, mi sentirei garantito; per dire della mia stima per l'uomo. La sua proposta di revisione costituzionale è assolutamente condivisibile e, nel mio piccolo, la difendo con molta forza.

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5. di impegnarsi perché la Rete sia davvero neutrale e sia vietato ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica ogni genere di attività di network management suscettibile di incidere sulla libertà degli utenti di accedere a ogni tipo di contenuto a condizioni tecniche ed economiche non discriminatorie.
@mante: Tutti gli operatori delle TLC oggi fanno, in certe condizioni strutturali, traffic shaping. Non capisco se il punto 5 intenda vietarlo o meno. Io voglio una rete neutrale, ma senza mulini a vento, nel dubbio voto nì.

@piovonorane: Questione complessa, ma anche qui si tratta di stabilire dei paletti. Vedi la proposta di legge Vimercati-Vita nella legislatura appena chiusa.

@marcodalpozzo: Come principio assolutamente favorevole. Nel merito tecnico non so esprimermi.

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6. di impegnarsi perché tutti i dati e le informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni siano resi disponibili online, in tempo reale, in formato aperto e con una licenza che ne autorizzi l’uso da parte di tutti anche per finalità commerciali
@mante: Finalità commerciali? Contrario.

@piovonorane: Preclusione ideologica, un po' singolare per uno che ha votato Renzi ;) . Stimolare la trasparenza anche con strumenti economici conviene a tutta la collettività.

@marcodalpozzo: Anche qui il giudizio di Mantellini mi sembra tagliato con l'accetta. Io, invece, sono decisamente favorevole. Qualche tempo fa, Michele Rosco, sul suo "Marketing dell'Informazione e della Conoscenza" sosteneva che l'operato della Pubblica Amministrazione-Biblioteca deve essere a sostegno (anche) delle azioni imprenditoriali nei territori serviti dalla Biblioteca stessa. Oggi, a distanza di qualche anno, si può dire che gli "open data" siano la tecnologia abilitante di quello che, a suo tempo, era più un buon proposito che una buona pratica.
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7. di impegnarsi perché i tribunali (e tutte le autorità svolgenti funzioni giurisdizionali) rendano accessibili ai cittadini, online e gratuitamente,i testi integrali di tutte le proprie decisioni.
@mante: Favorevole.

@marcodalpozzo: Decisamente favorevole

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8. di impegnarsi a fare in modo che il diritto d’autore sia, anche in Rete, uno strumento di promozione della creazione e circolazione dei contenuti artistici, culturali ed informativi e non solo un vincolo e un impedimento.
@mante: No. Il diritto d’autore non è uno strumento di promozione e circolazione dei contenuti. E’ un diritto temporaneo sacrosanto e unilaterale che tutela gli autori. Deve essere modificato e riformato e insieme a lui vanno riformate le norme sulla condivisione dei contenuti on line che mostrano evidenti i segni del tempo, ma si tratta di due diritti contrapposti, quello degli autori da una parte e quello dei cittadini dall’altro. Il primo è piccolo e importantissimo (n assenza di alternative) il secondo è predominante e universale. Ed in ogni caso si tratta di materia sovranazionale.

@piovonorane: Qui credo che invece diciamo la stessa cosa con parole diverse. Una riforma nella direzione della flessibilizzazione del diritto d'autore - pensato e scritto prima dell'era del web - è ormai indispensabile.

@marcodalpozzo: Materia tecnica sulla quale non so esprimermi. Il punto comunque mi sembra condivisibile.

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9. di impegnarsi a garantire che nessun contenuto di carattere informativo possa essere rimosso dallo spazio pubblico telematico o reso inaccessibile in assenza di un ordine dell’Autorità giudiziaria.
@mante: Favorevole.

@marcodalpozzo: Favorevole.
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10. di impegnarsi nell’adozione delle politiche di governo aperto che vanno diffondendosi in tutto il mondo creando straordinari benefici in termini di trasparenza ed efficienza dell’attività della pubblica amministrazione e di rafforzamento e consolidamento della democrazia.
@mante: Molto vago ma favorevole.

 @marcodalpozzo: Si, vago. Ma è un decalogo da declinare, almeno spero/credo. Comunque favorevole.

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