sabato 26 gennaio 2013

Bavagli e Tessere #ilsabatodimdplab #56

Bisogna recuperare la responsabilità pubblica della parola e farsi suoi servi, dice Erri De Luca. Le parole sono importanti, gridava Nanni Moretti.
Ma è disarmante la leggerezza con cui la parola viene usata. Questa settimana si sono state due dichiarazioni che mi hanno buttato nello sconforto più totale.


“Ho accettato questa candidatura perché stiamo attraversando una fase molto particolare, in cui c’è una grossa apertura dei partiti alla società civile e contemporaneamente per una questione personale: per un anno di fatto sono rimasto emarginato, mi hanno messo una sorta di bavaglio e sarebbe stata la prima volta in una campagna elettorale in cui non avrei detto la mia”

“Questo è un tweet di protesta al freccia rossa. Perchè io ho chiesto già da un sacco di tempo la tessera per stare nella saletta quando arrivo prima al treno perchè quando fa freddo come stasera che c'ho la febbre a a trentanove come stasera. Però sto nella saletta. Non me l'hanno ancora data. A chi la volete dare se non a me che due volte a settimana, io viaggio con questo treno? Quasi sempre in ritardo, per altro? Quindi a) non mi fate fare ritardo b) datemi questa tessera perchè-eee c'ho freddo alla stazione che ho finito cinque ore di diretta. Sono malata, ho la frebbe e sono dispettosa e voglio la mia carta. Ecco.”

La prima è di Augusto Minzolini (via). La seconda è di Barbara D'Urso (via). Entrambi noti giornalisti e servi italiani. Si commentano da sole.
Per consolarmi un po', dal profano, devo passare al sacro.

“L`ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone.”
Queste le ha dette il Papa (via).

Immagine bruandgiu.wordpress.com/

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