giovedì 31 gennaio 2013

Diffamazione e Libertà

Se c'è chi pensa che la diffamazione vada depenalizzata, io posso anche credere che sia giusto farlo. Il fatto è che non capisco cosa voglia dire depenalizzare; e non riesco nemmeno a capire quanto la depenalizzazione possa poi autorizzare a diffamare.
Il caso Sallusti ha dischiuso tante considerazioni in merito alla diffamazione a mezzo stampa. Il lavoro di Mario Tedeschini Lalli è molto utile e istruttivo (qui e qui).


Il codice Penale, almeno per il momento, parla chiaro: l'articolo 595, infatti, recita così (via):

Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.

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Questo è quello che, per l'Italia, dice Reporters Senza Frontiere che, come ogni anno, ha stilato la classifica delle Nazioni in base alla libertà di stampa (via):

La situazione per gran parte dell’Unione europea resta immutata. Sedici Paesi membri sono ancora tra i primi 30 della lista. (…) Ma il modello europeo si sta disfacendo. L’emorragia legislativa iniziata nel 2011 non è diminuita nel 2012, in particolare in Italia dove la depenalizzazione della diffamazione non è ancora raggiunta e dove le istituzioni strumentalizzano pericolosamente le “leggi bavaglio”.

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Chiedo: siamo sicuri che la stampa in Italia non sia libera perchè la diffamazione non viene depenalizzata?

Immagine DailyStorm

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