lunedì 27 ottobre 2008

e poi non dite che il Web è virtuale!

Segnalo un articolo appena pubblicato su Repubblica. Credo che il titolo sia (troppo) ad effetto, così come provocatorio (e gratuito) vuole essere il mio...



In un tempo in cui sembra che in Italia si stia nel pieno dell'onda Facebook, ad un anno di distanza dal boom che si ebbe negli Stati Uniti, informare bene sull'utilizzo del Social Networking mi pare opportuno.

Se fossi il Bruno Vespa della situazione andrei a nozze con un simile titolo...vagli poi a spiegare che le cose non sono andate esattamente così: da quello che ho capito c'è stato "solo" spionaggio informatico (giustamente punito?) e non un omicidio virtuale (moralmente condannabile?)!

Che dite?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io invece ho scelto il suicidio....mi tocca l'inferno invece del carcere?
Valerio

Marco Dal Pozzo ha detto...

Carissimo,

sarei proprio curioso di sapere cosa ti ha spinto a entrare in Facebook e poi, dopo un paio di settimane di fervente attivita', a decidere di cancellare il tuo account.

Il carcere per il suicidio non e' previsto. Ma l'Inferno non te lo leva nessuno!

Anonimo ha detto...

Argomenterò con calma questa sera...
saluti Valerio

Anonimo ha detto...

Perché mi sono cancellato da Facebook.
A dire il vero se non ne parlavo con te non mi sarei neanche interrogato tanto sui perché, l'ho fatto di getto e senza troppo pensare....ma provo a farlo partendo dall'inizio….perché mi sono iscritto a facebook?
Poche settimane fa avevo scoperto l’esistenza di facebook girando tra i blog di repubblica e incuriosito da quello che sembrava essere il nuovo fenomeno della rete mi iscrissi. Dopo l’entusiasmo dei primi giorni, qualche simpatico “carramba che sorpresa”, qualche iscrizione ad alcuni gruppi che ritenevo degni di interesse (tra i tanti spazzatura a cui mi invitavano ad iscrivermi), la creazione di un paio di gruppi miei e poco altro, ho pian piano iniziato a perdere interesse per il “faccialibro”, come qualche simpatico collega chiama questa community.
Quello che penso è che all’interno della rete, facebook sia qualcosa di veramente inutile per le seguenti e personali ragioni.
I contatti…..ok, qualche “amico” l’ho ritrovato anch’io ma mi chiedo: se per anni non ci siamo sentiti ne fatti una telefonata ne scambiati una email, probabilmente non c’era nessun interesse reciproco di mantenere un seppur minimo contatto….allora non credo che possa essere facebook a far riaccendere passate amicizie. Al massimo qualche bagliore che nasce e muore nel giro di poco tempo. Inoltre il più delle volte il ritrovato contatto si limitava a scrivere due superficiali frasi di rito da sindrome ossessivo-compulsivo da facebook mania.
Per gli altri, gli amici che comunque sento e vedo regolarmente, i canali di comunicazione tradizionali sono più che sufficienti.
I gruppi…..a parte la miriade di gruppi inutili e futili, i gruppi sani e di interesse sono pochi. Ci si iscrive ad un gruppo e il più delle volte non si lascia neanche un commento o un’opinione. Ma di nuovo l’inutilità, la superficialità ed il superfluo. La rete offre già svariate opportunità per intraprendere interessanti approfondimenti tematici. Luoghi in cui chi è iscritto e veramente interessato e partecipe alle discussioni.
I quiz, i test, e le cause…. Sorvolo, l’argomento penso si commenti da solo.
Per il resto? Cosa offre di nuovo facebook che non è già presente in larga misura sulla rete?
A mio giudizio nulla.
Sarà forse la ricercare di essenzialità a cui sono spinto in questo periodo della mia vita, la voglia di concretezza, la necessità di una vita sociale fatta di contatti reali…..ma dell’ennesimo punto di “incontro” virtuale, dove c’è tutto e nulla, non ne ho proprio bisogno ne l’ho trovo stimolante.
Per finire, ieri leggo quanto scritto in questo blog http://mcarla.blog.kataweb.it/2008/10/26/feisbuc-o-non-feisbuc e rifletto su questo latente e diffuso bisogno di vita pubblica. Forse facebook riscuote tanto successo perché da la sensazione di colmare l’immenso vuoto di relazioni umane vere e profonde che sembra circondarci? Oppure abbiamo necessariamente bisogno di una vetrina che ci permetta di identificarci al di fuori della solitudine reale che forse soffriamo, , falsando la realtà con l’istantanea di una foto?
Finisco di leggere il blog, vado su facebook e mi cancello.
Oggi non ne ho sentito la mancanza.
Valerio