sabato 26 settembre 2009

Notizie Online? che paghino le telecom!?

Ho letto su il Sole24Ore della proposta di Carlo De Benedetti che propone una via per sostenere l'Editoria Online e che, soprattutto, consentirebbe la sopravvivenza del giornalismo indipendente [con un chiaro riferimento alla Dichiarazione di Amburgo].

Per come l'ho capita, tale idea prevede di ricompensare chi ha generato traffico e, quindi, indotto gli Utenti alla sottoscrizione degli abbonamenti telecom. Ripartire, quindi, in modo equo tra i provider del servizio telecom e generatori di Contenuti [in base a dati oggettivi di audience?] il fatturato realizzato dagli Operatori permetterebbe il sostenimento dei costi della produzione dei Contenuti stessi.

Esattamente tre mesi fa De Benedetti sembrava avere un'idea diversa. Cosa sarà cambiato da allora? Probabilmente qualche ricerca di mercato, simili a quelle divulgate 'dal Guardian' che PierLuca ci sta presentando da qualche giorno nella sua Edicola Online, l'avrà indotto a cambiare posizione.

Se il tutto fosse all'insegna della completa trasparenza e a sostenimento puro della Rete e delle sue dinamiche personalmente non riterrei l'idea del tutto assurda anche tenendo conto del ridotto appeal che ha presso i navigatori la prospettiva dei micropagamanti [non fosse altro che per la modalità con cui questi andrebbero ad essere effettuati]. Io stesso mi chiedo: sarei disposto a pagare Contenuti? La bolletta del telefono io la pago gia' e, a patto che rimanga invariata, mi basterebbe che in essa mi si fornisse evidenza di come i miei soldi sarebbero distribuiti. O no?

Il problema è che qui potrebbe esserci del torbido. De Benedetti fa parte del European Publishers Council [ne fa parte anche Murdoch] che ha rilasciato la Dichiarazione di Amburgo. In essa viene sostenuta la difesa e la protezione della proprietà intellettuale in Internet e la posizione secondo cui non necessariamente l'accesso universale ai siti Web significa accesso gratuito. Personalmente non vedo nulla di assurdo in queste affermazioni ma la riflessione [aiutato da Claudio Messora di Byoblu] che faccio è questa: De Benedetti, probabilmente, prima di curarsi di simili questioni avrà dato uno sguardo alle quotazioni in borsa del gruppo L'Espresso di cui è Presidente e avrà pensato che è forse arrivata ora di risollevare le sorti del suo Impero. Se fosse così, soprattutto considerando le sovvenzioni statali di cui già gode, la motivazione della sua proposta non sarebbe da considerare più nobile.

Volendo però pensare solamente a come risolvere il problema che evidentemente esiste, ripeto, la proposta di De Benedetti non mi sembra affatto assurda. Certo, leggendo anche i commenti all'articolo [in alcuni di essi sono espresse posizioni talmente scandalizzate della cosa da farmi ritenere di aver perso qualche pezzo per strada :-/], credo che se dovessero andare così le cose, ci sarebbe molto da discutere e fare per ri-assettare nella sua complessività l'intero mondo della distribuzione dei Contenuti [non solo il canale Web, intendo]; ma la questione va affrontata!

Cosa ne pensate voi?

2 commenti:

LB ha detto...

Io delle proposte (di business) di De Benedetti avrei motivo di non fidarmi; le ragioni son difficili da spiegare e continuo a riprovarci; sto anche pensando che, in fondo, siano lo stesso tipo di ragioni che mi fanno diffidare dalle proposte (politiche) di Dalema.

LB ha detto...

PS -abilito la notifica commenti; me l'ero dimenticata.