Negli Stati Uniti vanno di pari passo la disponibilità economica e l’attitudine ad informarsi online. Lo dice uno studio di Pew segnalato da Luca De Biase che poi sostiene, con una osservazione in cui mi ritrovo, che la richiesta di gratuità dei contenuti Online non sembra essere, quindi, una questione di reddito.
Considerando che non ci si potrebbe concedere questo lusso [informazione online] se non si disponesse dell’infrastruttura necessaria alla connessione ai server [e del denaro per poterla acquistare], è ovvio trovare nello stesso studio un altro dato: maggiore è la disponibilità economica e maggiore è la frequenza di utilizzo di internet [io proseguo: perchè si ha denaro per poter stipulare un contratto con un Provider].
L’ accesso alle informazioni online e, prima ancora, la connessione alla rete e [quindi] alle persone, contribuiscono allo sviluppo economico e, allo stesso tempo, all’aumento del tasso di felicità [che tradurrei in Capitale Sociale] delle popolazioni. Evidenza di questo ce la dà una ricerca presentata qualche mese fa.
Si potrebbe riassumere [come proprio Pew faceva già una decina di anni fa in uno studio citato da Castells in Galassia Internet]: Internet abilita le connessioni deboli e favorisce l’aumento del Capitale Sociale [già con il semplice stabilirsi di tali connessioni] e Materiale [attraverso gli accessi facilitati a informazione e conoscenza che migliorano le prestazioni delle Imprese sui mercati] delle persone.
Le variabili in gioco [almeno alcune] sono quindi: disponibilità economica di ciascuno, connessione alla rete, attitudine ad informarsi online e felicità. Quali di queste sono da considerarsi un input di un processo di sviluppo sociale ed economico? Quali gli output?
In altre parole lo Sviluppo Economico e del Capitale Sociale sono cause oppure effetto delle connessioni agevolate da Internet?
Ammesso che abbia posto bene la questione, il mio limitato background mi rende quantomeno tortuosa la strada verso le risposte. Le cose, poi, mi si complicano quando sintetizzo i risultati degli studi e delle ricerche: se non ci fosse denaro non si potrebbe avere accesso alle informazioni; se non ci fosse sviluppo economico, sarebbe difficile aumentare la disponibilità di denaro delle persone per poter poi accedere alla rete...
Alla fine, quindi, mi viene facile pensare che il processo di sviluppo sia un circolo virtuoso in cui ciascun elemento può in qualche modo alimentarsi e crescere grazie all’altro. Con un equilibrio delicato da mantenere con attenzione perchè da virtuoso non diventi vizioso.
Un circolo che dovrebbe essere avviato da un innesco del quale sono convinto debba assumersi la responsabilità il Pubblico, lo Stato.
Come? Per esempio dotando i territori di infrastrutture e, successivamente, incentivando la popolazione all’acquisto di servizi di accesso ad esse e dei contentui da esse veicolati.
Un atto di fiducia come investimento in cui sia garantito [i garanti saremmo noi!] un adeguato e funzionale livello di qualità. Sia dell’infrastruttura sia dei contenuti.
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