sabato 2 luglio 2011

Editori, Distributori e lo Schiacciamento all'Origine

Nel breve saggio "Democrazia: cosa può fare lo scrittore?" gli autori Pascale e Rastello ponevano l'accento sulla pratica degli organi di informazione (ritengo il ragionamento fosse trasversale al mezzo) di farcire di retorica qualcosa di ovvio con cui il pubblico di riferimento non può che essere d'accordo perchè l'obiettivo è quello di non turbarlo (il pubblico).

Come a completare questo pensiero, da me assolutamente condiviso, l'esperto di tecnologie Clive Thomp, dice: "è nostro dovere di cittadini essere informati anche su cose che sembrano essere al di fuori dei nostri interessi". A dare voce a Thomp è Eli Pariser, in un articolo su The Observer, riportato nell'ultimo numero di Internazionale (trovate qui la versione originale).




Sotto accusa è Internet che, nel suo offrirci solo informazioni che riflettono le nostre opinioni e i nostri gusti, limiterebbe il confronto con punti di vista diversi dal nostro. Pariser, cioè, condanna la personalizzazione dei servizi offerti su Internet che potrebbe produrre una sorta di "determinismo dell'informazione, in cui quello che abbiamo cliccato in passato determina quello che vedremo in futuro". Il rischio, aggiunge, è quello di "rimanere bloccati in una versione statica e sempre più ridotta di noi stessi, una specie di circolo vizioso". Sarebbe questo l'effetto dei filtri di cui Pariser parla nel suo libro The Filter Bubble.

E' abbastanza inquietante mettere insieme queste riflessioni perchè fanno luce sugli effetti striscianti e deleteri delle azioni congiunte di Editori e Distributori, alla ricerca di consenso al consumo che potenzialmente distorce il racconto: l'Editore nella privazione di senso e contestualizzazione; il Distributore nell'abbassamento del livello di pluralità.

Volendo modellare le azioni degli Editori e dei Distributori Internet nello spazio tridimensionale dei contenuti, si potrebbe dire che tali azioni risultano in uno schiacciamento del contenuto all'origine (nel senso che indicano le frecce nella figura: abbassamento del pluralismo in quota, diminuzione di senso e contestualizzazione sull'asse verticale e svilimento della tipologia sull'asse orizzontale).




E' del tutto evidente che non basta l'azione dei Cittadini per recuperare i Contenuti (le Informazioni) alle vette di tale spazio.

Aggiornamento: inserisco di seguito la discussione ad un pezzo di Roberta Milano, strade troppo strette e dritte, che riprende l'articolo di Eli Pariser per parlare del fenomento del momento, Google Plus.




Ulteriore aggiornamento:

  1. Scoiattoli, Filtri & Personalizzazione dell’Informazione - Ne emerge un quadro che invita a riflettere su quale sia effettivamente l’ecosistema dell’informazione che la Rete sta determinando e sui rischi di egemonia culturale che vi risiedono.
  2. Google non è più uguale per tutti [via].
Aggiornamento del 15 Gennaio 2012
Luca De Biase, sul suo spazio online, ci offre una recensione e qualche riflessione sul libro di Eli Pariser, The Filtre Bubble.

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L'autore, uno dei fondatori di MoveOn, lo spiega con la consapevolezza che gli deriva dalla sua attenzione alle istanze civiche. E sa che la ricostruzione della convivenza civile ha bisogno di una nuova interpretazione di internet, orientata non alla divisione, ma alla costruzione di un terreno culturale e pratico comune, nel quale persone di differente atteggiamento ideologico e di diverse esperienze possano incontrarsi e rispettarsi e arricchirsi vicendevolmente. E quindi vale la pena di battersi perché internet possa essere reinterpretata in modo da accrescere questo terreno comune. E vale la pena di costruire servizi che servano questo terreno culturale comune (un contributo è su Timu) e salvaguardino i commons culturali dalla tentazione delle piattaforme proprietarie di sfruttarli eccessivamente (se ne parlava qui su questo blog) e dalla disattenzione per i beni comuni che si può diffondere in assenza di consapevolezza (tema suggerito qui su questo blog).
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