Cos'è la Rete se non la piattaforma in grado, in potenza, di rendere liberi di esprimersi e di informarsi? Il problema è il superamento del divario digitale: il rischio è di strozzare queste libertà o, quanto meno, di non abilitarle in spazi che sono infinitamente più grandi del circolo privato o del bar.
Ma c'è anche un altro rischio: che quella della libertà sia soltanto un'illusione. Tutto sarebbe perfetto se funzionasse Wikitalia (Riccardo Luna arriva un paio di anni dopo Alberto Cottica, autore di Wikicrazia); ma come può funzionare se non sono garantiti i due prerequisiti di Maslow prima richiamati.
C'è davvero la libertà di informarsi? Esiste davvero e ovunque quella di esprimersi?
Sapere che in Europa soltanto la metà dei navigatori visita i siti dei quotidiani non è confortante. Il risicato 10% dei visitatori che proviene da Facebook è, credo, comunque da leggere positivamente poichè parla di un potenziale [quasi] totalmente inespresso. Sta ora alle testate giornalistiche il compito di veicolare diversamente i propri contenuti attraverso un coinvolgimento negli ambienti social della Rete. Alle testate giornalistiche, però, prima di tutto, l'onere di recuperarsi allo spirito di servizio al quale sono richiamate dai principi deontologici che esse stesse hanno deciso di darsi. Buonissima l'idea di un difensore civico dell'informazione (da intendersi come funzione esterna) ma senza un'azione che parte da dentro (come quella del Guardian), credo non si riesca ad andare molto lontano.
Sono preoccupanti, poi, le azioni di Twitter e Blogger (i.e. Google) che si stanno attrezzando per assecondare i desiderata dei regimi totalitari: pare che renderanno possibile un filtraggio su base geografica dei contenuti. Poco importa se la cosa non riguarda l'Italia; poco importa perchè, come fa notare Massimo Mantellini, il confine geografico nella Rete non ha motivo di esistere. Dico l'ovvio, ma l'esistenza di apparati governativi non propriamente democratici e le conseguenti azioni di Società (Twitter e Google) che stravolgono la propria mission inchinandosi a logiche di puro mercato (mai come adesso è il caso di dirlo) sono cose che riguardano tutti. Sono aspetti che, su scala globale, quella della Rete, rappresentano un colpo mortale alla buona riuscita di azioni Wiki-based orientate al soddisfacimento dei prerequisiti di Maslow, propedeutici alla scalata della sua piramide.
Al vertice della piramide c'è l'autorealizzazione, cioè il benessere. Che, fermandosi un attimo, passa anche attraverso (seguendo) la natura.
Nessun commento:
Posta un commento