Il Cremlino, i Beatles, l'Africa, Disneyland, il Muro di Berlino. Tutto è qui grazie a Internet perchè Internet annulla le distanze.
Io però, così, per fare della speculazione fine a se stessa, parto da questa striscia e mi chiedo: cosa ha davvero fatto Internet visto che tante distanze (queste distanze), almeno per quelli della mia generazione, erano state annullate già da altri mezzi? Ma, soprattutto, quali sono le distanze effettivamente annullate da Internet?
Bauman ci direbbe che Internet ci ha salvato dalla reciproca alienazione contribuendo a tenere solidi i rapporti, destinati altrimenti a perdersi, con i nostri nodi più vicini (i legami forti).
Lee Siegel, invece, con il suo tono apocalittico, ci parlerebbe di un processo di alienazione irreversibile: con Internet ciascuno vende (e continuerà a vendere) il proprio tempo libero stabilendo un contatto (malato perchè ogni nodo è, per tutti gli altri, soltanto un mezzo per vendersi meglio) anche con nodi lontanissimi (i legami deboli).
Al netto delle potenzialità dell'e-commerce, Internet agisce, più che sulle distanze tra persone e cose (il Cremlino, i Beatles, l'Africa, Disneyland, il Muro di Berlino), sulle distanze tra persone e persone: il muro di Berlino l'ho sempre potuto vedere e la storia l'ho sempre avuta a portata di mano sui libri o in TV. Le persone no, non come adesso.
L'elemento discriminante (o, almeno, uno di essi), per arrivare finalmente a rispondere alla domanda, è il tempo, cioè la latenza con cui vengono stabiliti i legami, le comunicazioni, tra i nodi.
Internet ha salvato le comunicazioni tra nodi vicini dilatandone la latenza. Senza il paracadute di tale dilatazione, i nodi vicini, costretti ancora alle vecchie modalità di comunicazione (telefono?), ma nel tempo irrimediabilmente e mutuamente cambiati nei principi di relazione sociale, si sarebbero persi.
Internet, dall'altra parte, ha instaurato le comunicazioni tra nodi lontanissimi riducendone drasticamente e drammaticamente la latenza. Senza tale riduzione, i nodi lontani, immersi ancora nell'ecosistema dei vecchi media (TV?), non si sarebbero mai incontrati (teniamo da parte la visione cupa di Siegel).
Nel primo caso non c'è dubbio: per fortuna esiste Internet. Nel secondo caso bisogna fare attenzione alle derive, alle distorsioni. E agli effetti che, sulla società sociale (non social), quella offline, tali distorsioni possono avere.
Non so se un giorno tutti i nodi saranno connessi. Sono convinto, però, che vivremo in una società migliore soltanto se, con il gioco delle latenze che si dilatano per i nodi vicini e si riducono per quelli lontani, tutti i nodi saranno equidistanti, nel senso che avranno condiviso (universalmente) delle pratiche ispirate alla salvaguardia di un bene comune (l'alternativa è la Sublimazione); in altre parole, vivremo in una società migliore soltanto se questa immensa intranet sarà, contemporaneamente, social e sociale.
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