venerdì 11 gennaio 2013

di Saggio in Saggio verso un Nuovo Modello per l'Editoria


Quella di Stefano Rodotà è un'opera sublime. La conoscenza, dice Rodotà, è fondamento del processo democratico di decisione ed è precondizione per la partecipazione e il controllo (da parte dei cittadini). Perchè la conoscenza svolga davvero questa funzione essa non deve essere recintata (David Weinberger, parlando della Rete, il dominio in cui si muove Rodotà in questo ragionamento, fornisce una soluzione strutturale: per trasformare la conoscenza occorre liberarla fornendo ganci, linkando i dati, rendendola interoperabile) e non può essere subordinata alla disponibilità di risorse finanziarie anche per evitare di aprire la via alla più insidiosa tra le disuguaglianze digitali - quella che istituisce un rapporto tra reddito e accesso alla conoscenza. Occorre perciò trovare un equilibrio tra gli interessi degli autori [...] e gli interessi collettivi [non solo] all'accesso libero alla conoscenza (su questo ragionava già Dominique Foray quando mostrava dubbi sul sistema economico classico come metodo di fissazione del prezzo per il giusto riconoscimento per l'autore).

Il Modello Fotovoltaico fa proprio questo perchè toglie i recinti alla conoscenza: in primo luogo azzera la distanza tra cittadino e tecnologia poichè prevede che lo Stato fornisca l'infrastruttura; poi promuove "i contenuti cognitivi" con una modalità rovesciata di finanziamento all'editoria (il pagamento transita attraverso le mani dei cittadini: sono loro che decidono quali contenuti acquistare tra quelli con un idoneo tasso qualitativo) e con un meccanismo che premia i cittadini per la partecipazione al processo collettivo di acquisizione, costruzione e trasformazione della conoscenza stessa (lo schema WIKiD rappresenta questo processo).
Il Modello Fotovoltaico, oltretutto, realizza una nuova alleanza tra Stato, una ben determinata forma di Mercato (quello fatto da Imprese, in questo caso Editoriali, con Finalità Sociali) e Società Civile declinando la raccomandazione di Mauro Magatti che vede nel rinnovamento e nella creazione di valori condivisi il paradigma per una crescita economica e sociale ("Crescere sulla base del valore condiviso" su Equilibri 2/2012).

Il problema, ora, è come garantire la funzione della conoscenza. Rodotà presenta, rievocando in me Maslow, la questione in termini di "bisogno di conoscenza" e poi la affronta con la lente di ingrandimento del diritto ponendo un dubbio: bisogna davvero dire tutto? Occorre che le istituzioni abbiano davvero - facendo anche uso dell'informazione intesa come "apparato" - un obbligo di verità? Luciano Floridi risolve scientificamente tale questione: occorre che ci sia verità perchè, senza verità dei dati, la relativa informazione - ottenuta come contestualizzazione e connessione degli stessi- non può diventare conoscenza.

Spunti di approfondimento sui alcuni dei saggi citati li trovate da Luca De Biase: Rodotà, Weinberger e Floridi.

Immagine HandiCREA

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