mercoledì 23 gennaio 2013

Servi della Parola

Oggi manca una responsabilità pubblica della parola e di chi la pronuncia. Ora è pubblicitaria e può essere smentita. Manca la lealtà nei confronti della parola. C'è una frase ebraica: finchè le parole sono nella tua bocca tu sei il loro signore; quando escono dalla tua bocca tu sei il loro servo e devi obbedire loro.

Questo è uno dei brani, interessanti e appassionanti, della lezione Rai Scuola di filosofia di Erri De Luca sul valore; un intervento che vi invito ad ascoltare, per intero, seduti comodi sul divano, sorseggiando un buon vino.
Io penso che, a recuperare la responsabilità pubblica della parola, debba essere (anche) il giornalista - con a tracolla, magari, la Bisaccia descritta da Fausto Pellegrini; perchè credo che la responsabilità pubblica della parola pronunciata dal giornalista sia poi la stessa del cittadino che la ascolta; una responsabilità, quella del cittadino, intesa come una scelta agita per decidere, ad esempio con il voto, le sorti del Paese in cui quel cittadino vive.

Non è, putroppo, della parola che alcuni giornalisti sono servi. Non è alla parola pronunciata che alcuni giornalisti obbediscono. Cosa succederebbe se il finanziamento dell'editoria passasse attraverso le mani dei cittadini? Quale potrebbe essere il risultato di un finanziamento vincolato solo per contenuti strategici, di qualità?


Queste, se di interesse, altre note dalla lezione:

- Il valore è qualcosa che non ha rapporto con la valutazione. Il valore dell'oro in termini di costo al grammo è la sua valutazione; il valore dell'oro è il fatto che io l'ho regalato; oppure che ci si è sposati legandosi con il cerchietto. Il valore è personale e non è soggetto a fluttuazione

- Vattimo: il linguaggio ci da accesso al mondo. La lingua è un fatto naturale e anche storico ed ha momenti di inaugurazione, quelli in cui nascono le lingue (Dante è il padre della lingua italiana). Heidegger dice che nella poesia si inaugurano svolte decisive delle lingue naturali.

- Esiste una fraternità che permette alla società di poter essere chiamata società. La fraternità è l'intensificazione della tolleranza che è un sentimento scaduto e scadente. 

Immagine Wikipedia

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