giovedì 14 febbraio 2013

la Qualità (si) Paga

Una delle maggiori debolezze dei paywall o degli abbonamenti tradizionali è il fatto che essi sono caratterizzati da una indifferenziazione della qualità dei contenuti: tutti hanno lo stesso piano e devono pagare la stessa somma. E questo rafforza una delle debolezze maggiori degli editori tradizionali, il non sapere virtualmente nulla dei loro lettori – o non abbastanza – per sfruttare questa conoscenza in modo interessante.

Questo appena riportato è uno dei passi dell'articolo confezionato dalla redazione di LSDI sull'evento organizzato da PaidContent in cui si parlerà della monetizzazione degli articoli online. Il pezzo riporta le proposte di Matthew Ingram, secondo cui la soluzione deve prevedere la modulazione del paywall sulle persone, non sui contenuti. Le cinque possibili strade da percorrere sono, secondo Ingram: (1) consentire ai lettori di pagare a "pacchetto" per singoli autori o temi; (2) creare nuove forme di contenuti specializzati; (3) organizzare eventi dal vivo ; (4) creare comunità virtuali; (5) dare la possibilità agli utenti di accedere alle competenze degli specialisti. I dettagli sono nell'articolo.


Mi limito ad un riflessione che ruota intorno al Modello, che ho definito Fotovoltaico, che prevede il riconoscimento di valore economico (i.e. moneta) soltanto per i contenuti di qualità: non tutti i contenuti sono di qualità, non tutti i contenuti - quindi - sono degni di essere pagati; perchè non tutti i contenuti sono funzionali alla crescita dell'ecosistema informativo e delle persone che lo popolano. La definizione di contenuto di qualità non è, cioè, fine a se stessa: il modello, infatti, prevede che soltanto il contenuto sopra una predeterminata soglia di qualità sia monetizzabile.

Immagine STC Italiano