giovedì 3 luglio 2008

sorridere. Solamente sorridere...

In questi giorni di caldo asfissiante e di tante riflessioni ne facevo una di carattere generale sulle iniziative online.

Ho ripensato a quelle che mi hanno riguardato direttamente in questo anno e mezzo di mie "attività online" e non ho potuto fare a meno di riprovare la frustrazione di aver visto morire dei progetti ai quali avevo creduto.

Ho riflettuto sul fatto che il senso di sconfitta era aumentato dal forte desiderio che avevo di prendere qualcosa di concreto dalla partecipazione a gruppi di lavoro con leadership così importanti.

Ho preso moltissimo, è vero, ma pochissimo di quello che cercavo. Ho imparato che bisogna remare tutti nella stessa direzione e che bisogna parlar meno e fare fatti; ho imparato che non si può contare soltanto su singoli individui quanto piuttosto su gruppi che solo il tempo e la collaborazione (anche a distanza) può far crescere in affiatamento e sintonia.

Ma per il resto ho dovuto continuare nel modo con cui avevo iniziato: aggiornamento da autodidatta e senza esperienze pratiche, senza quella ricerca applicata che tanto sarebbe stata utile al percorso da me iniziato.

E quindi: cosa deve esserci perchè un'esperienza collaborativa funzioni? Quali devono essere gli stimoli perchè almeno un po' degli obiettivi iniziali vengano raggiunti?

Può bastare solo la passione? Ragionando in generale credo di poter dire di no, non è sufficiente!
Ma allora perchè si aderisce? Forse perchè non si può fare a meno di pensare ad un ritorno di carattere squisitamente materiale?

Sono ora abbastanza sereno e la rabbia che avevo fino a qualche mese fa mi è passata anche se ho paura di scoprire la ragione di questo mio diverso atteggiamento...

O forse l'ho già scoperta dato che stamattina non ho potuto fare a meno di sorridere. Solamente sorridere...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anni fa ho avuto questo stesso momento e ne sono uscito con una decisione amara, ma necessaria ed a distanza di tempo s'è rivelata giusta.

Mi unisco solo a progetti in cui io ho una reale possibilità di controllo e solo quando gli altri componenti sono persone che danno la disponibilità (e poi lo provano) a viaggiare.

Non partecipo più a nessun progetto che preveda solo chat, email, forum, ecc. ecc.
Va bene che la maggior parte delle attività sia portata avanti così, ma una volta al mese almeno bisogna incontrarsi. Se non c'è questa disponibilità, ho già capito che il progetto non avrà futuro.
Ovviamente so che ci sono delle eccezioni, ma sono appunto eccezioni. In generale, vedo che con la scusa dell'on-line molti si imbarcano in progetti apparentemente facili, poi demordono e mollano. E nel frattempo hanno fatto perdere tempo a me e agli altri che hanno lavorato sodo.

No.
Non ci sto più.

La nuova regola è: pochi progetti, tutti miei (o sotto il mio controllo diretto) e con incontri off-line programmati. Altrimenti nulla.

A distanza di anni, ho verificato che s'è trattato di una decisione amara, triste, ma giusta e risolutiva.

Marco Dal Pozzo ha detto...

Ciao Francesco e bentornato :)

Forse hai ragione quando dici che l'online puo' funzionare a patto che periodicamente ci si veda offline (questa e' la mia interpretazione delle tue parole).

Due dubbi pero':

(1) ma allora non puo' esistere un progetto collaborativo interamente online? O, forse meglio, quali sono i tipi di progetti che possono funzionare lavorando solo online?

(2) quando i gruppi di lavoro sono fatti di persone fisicamente molto distanti, un incontro "fisico" diventa davvero difficile con conseguenti ripercussioni sul successo del progetto :-/