lunedì 29 novembre 2010

Una risata tra sperare e credere

Non voglio aggiungere troppo a quanto in queste ore si sta dicendo ovunque [TV, Radio e Web in attesa dei Quotidiani di domani] a proposito della diffusione di documenti sensibili da parte di Wikileaks.


Finivo proprio stasera di leggere il Capitolo 6 - La politica e Internet II, privacy e libertà nel cyberspazio - di Galassia Internet di Manuel Castells che, in chiusura, dieci anni fa, scriveva [dopo aver descritto uno scenario noto, si, ma non per questo non inquietante]:

E tuttavia, la storia potrebbe essere diversa. Si potrebbe ipotizzare una strategia di disarmo reciprocamente garantito, di restaurazione della fiducia reciproca.

[...] In effetti Internet potrebbe essere usata dai cittadini per tenere sotto osservazione il proprio governo, anzichè dai governi per tenere sotto osservazione i propri cittadini. Potrebbe diventare uno strumento di controllo, informazione, partecipazione e persino di decisione,dal basso verso l’alto. I cittadini potrebbero avere accesso ai file di dati del governo, come in effetti sarebbe loro diritto.


[...] Se i governi non smetteranno di avere di avere timore del proprio popolo, e di conseguenza di Internet, la società ritornerà ancora una volta sulle barricate per difendere la libertà e questo segnerà una stupefacente continuità storica.

Non so se Castells immaginasse una trasparenza così...trasparente!

Nel mio piccolo, sebbene non riesca bene a capire se sia o meno opportuno divulgare tutto quanto viene diffuso da Wikileaks, non riesco a non sperare che questo tipo di operazioni svegli le coscienze di chi ha in mano le sorti delle Nazioni del Mondo.

Vorrei crederlo, oltre che sperarlo. Se non fosse che, almeno a casa nostra, per qualcuno, sembra che questo problema non esista!

2 commenti:

patrizia di cocco ha detto...

Comincio a credere che la rete sia veramente l'unico luogo e l'unico mezzo per "denudare il re". Aspetto le rivelazioni anche se non credo possano andare oltre quello che ho sempre sospettato o immaginato. Del resto in questa faccenda ciò che è davvero rivoluzionario non è la portata delle informazioni di cui disporremo, quanto il fatto che finalmente si può sperare di riuscire ad esercitare una sorta di controllo sul potere... e i potenti cominciano ad avere paura.

patrizia di cocco ha detto...

Comincio a credere che la rete sia veramente l'unico luogo e l'unico mezzo per "denudare il re". Aspetto le rivelazioni anche se non credo possano andare oltre quello che ho sempre sospettato o immaginato. Del resto in questa faccenda ciò che è davvero rivoluzionario non è la portata delle informazioni di cui disporremo, quanto il fatto che finalmente si può sperare di riuscire ad esercitare una sorta di controllo sul potere... e i potenti cominciano ad avere paura.