"E ora?", mi sono detto. Si, per un istante ho pensato di inquattarmelo, di farlo mio. Ma poi no, non ce l'ho fatta. E' scattata così la seconda fase dell'operazione: la restituzione. Un pò di spionaggio e poi l'indirizzo gmail mi ha salvato. E, soprattutto, ha salvato Mister X.
La storia ha avuto il suo lieto fine: un paio di giorni fa Mister X mi ha fatto recapitare a casa quattro bottiglie di pregiatissima birra e sei bicchieri da degustazione. Ah, a Mister X avevo dato il mio indirizzo, dopo l'incontro a Fiumicino, avvenuto al mio rientro, per la restituzione del gioiellino.
E se avessi trovato un libro? L'avrei molto probabilmente tenuto per me.
Perchè? Perchè avrei avuto meno sensi di colpa nell'appropriarmi di un bene di valore sicuramente inferiore in termini di euri. Oppure, boh!, forse perchè con un libro mi sarei fatto un regalo più bello [io c'ho già il Kindle!].
Mi fermo un attimo e penso a quanto sconclusionato sia il ragionamento.
In effetti ho messo sullo stesso piano il valore di un tool e il valore di un contenuto.
E poi, facendo una evidente confusione tra [soggettivo] valore materiale e [soggettivo] valore "spirituale", ho creduto di poter fare meno male al legittimo proprietario di un libro (e più bene a me stesso), sottraendoglielo, per la sola ragione che costasse pochi euro, molti di meno di quanti invece Mister X ne sborsati per l'iPad.
Certo, rintracciare il proprietario di uno strumento è forse più semplice che rintracciare il proprietario di un contenuto, un libro. Altra piccola riflessione: trovati un libro e le informazioni sul proprietario, partirebbe l'operazione restituzione? Si, probabilmente si.
Ma, alla fine della fiera: quale insegnamento è possibile trarre da questa esperienza?
Forse che lo strumento [il mezzo] è più importante del contenuto [messaggio]?
Oppure che il mezzo ha più valore del messaggio?
Oppure che il messaggio è di tutti e la proprietà è riferibile solo al mezzo?
Mi fermo ancora un pò e vado in crisi rendendomi conto - scoprendo l'acqua calda - che, in effetti, l'iPad è una interfaccia di accesso al mezzo. E che, quindi, col mezzo ha poco a che vedere.
La questione è, comunque, relativa al valore. E a cosa, tra mezzo, interfaccia e contenuto, valga di più. Dovendo fare una scala, metterei all'ultimo posto l'interfaccia (è vero, ci sono delle categorie di persone per le quali, invece, l'interfaccia è discriminante!). Sul mezzo e [certi] contenuti sapete come la penso!
Voi come la vedete?
Aggiornamento delle ore 14.00. Una interessante chiacchierata...
Nessun commento:
Posta un commento