"Più piccolo è più veloce!" mi diceva la Prof nel corso di Calcolatori Elettronici all'Università parlando della velocità di accesso nelle memorie dei dispositivi: minori sono le dimensioni delle memorie, minore è la velocità con cui si può accedere ad esse.
Nella sua banalità, questo concetto è di applicabilità assolutamente trasversale. Se, quindi, l'esigenza dei cittadini è quella di essere informati in velocità (sia di ciò che accade per il mondo, sia di nuovi prodotti messi sul mercato), di sicuro non fa bene la mole impressionante di informazioni dalla quale quotidianamente siamo bombardati. Non soltanto attraverso la Rete [Questo, ovviamente, non significa auspicarne la riduzione del potenziale]
Io non penso che ogni richiesta vada assecondata; e, considerato che il buon senso non è proprio del Fornitore (almeno non sempre), occorre fare da sè. Con una opportuna dieta informativa. Sono d'accordo, infatti, con Clay Johnson, quando - presentando il suo The Information Diet - dice che "A healthy information diet isn't just about tools to use on your computer, it's about habits and healthy choices."
Va in questa direzione l'iniziativa social di Repubblica? Dopo una prima positiva impressione, a freddo, mi sono detto: ma è davvero utile una personalizzazione così spinta? Il rischio Filter Bubble è davvero grosso: interessanti senza dubbio i "Consigliati per te", "I tuoi argomenti" e "Cosa leggono i tuoi amici di Facebook", ma alla fine il pericolo di rimanere solo nella propria cerchia e di agevolare il processo di separazione delle persone e delle isole culturali (come dice Luca De Biase presentando il libro di Eli Pariser) è molto molto grande. Forse, come dice Fabio Cavallotti, si va alla ricerca disperata di fare un business che premi di più dell'advertising. E non è, questa, una bella notizia. La dieta informativa deve, quindi, lasciare uno spiraglio, una via di fuga che favorisca la serendipity.
Tanti consigli per una buona dieta informativa si possono trovare anche nel libro, più volte citato in questi spazi, di Peter Laufer, "Slow News - Manifesto per un consumo critico dell'informazione": il motto è "le notizie di ieri, domani!". Con una tale linea guida, i cittadini/lettori, consapevolmente voraci (e sottolineo "consapevolmente"), si sarebbero potuti risparmiare il video fake del drammatico fatto della Costa Concordia. Interessanti, a tal proposito, sono le considerazioni su lavoce.info che riflette sul modello di turismo italiano criticando la crescita smisurata delle dimensioni di navi e porti pagati, oltre che - purtroppo - con l'incapacità di un Comandante, anche con il reclutamento di forza lavoro a basso costo, con un impatto ambientale elevato ed un risibile contributo alle mete di destinazione. Dall'analisi ne viene fuori un modello evidentemente insostenibile, un pò come il Cheesburger, da un punto di vista sociale, economico e ambientale. Bauman, come non citarlo ancora?, parlava dei pascoli vergini da conquistare evidenziando la crisi di un modello, quello capitalistico, che ormai ha esaurito il suo compito e che, pian piano, sta inesorabilmente distruggendo se stesso. Nel campo informativo, come nel turismo, sta succedendo qualcosa di simile.
Non credo sia necessario, almeno per il momento, leggere delle teorie della decrescita per capire che sia opportuno darsi una calmata, ridimensionarsi un pò per evitare di ritrovarci in una terra incapace di dare frutti. Delle buone pratiche potrebbero evitarci di diventare semplici performer, schiavi del giudizio degli altri e ciechi ai vantaggi che potrebbero derivare dalla quiete (e invece siamo attratti dalla possibilità di diventare Web Celebrity. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!); altre, invece, saprebbero condurci ad un ragionato raggiungimento del ROI senza passare attraverso l'apertura di (troppi) account sui Social Network col solo scopo di aumentare dei misuratori (da mostrare ai propri Clienti o al proprio CEO), magari anche inutili.
Ma il fatto è che il messaggio di questo mezzo è troppo seducente.
I numeri di Internet, infatti, aumentano (via) e con essa le proposte che, presumibilmente, mirano ad aumentarli ancora di più. Una novità per me positiva è la collaborazione tra Politico e Facebook per il monitoraggio della campagna elettorale per le Presidenziali Americane; un'altra è l'introduzione, in Facebook, di nuove azioni oltre al "Mi piace!": con i nuovi "Ho comprato!" o "Sto cucinando!" vedo la strada verso la creazione di gruppi più coesi di persone ma anche - c'è da scommeterci - un nuovo e più strisciante modo per vendere pubblicità!
Innovare non è tanto soddisfare un bisogno ma crearlo, dicono.
Non sono d'accordo perchè, a parte le opere di pochi illuminati, davvero non ci serve tutto quello che si crea. Serve solo ad aumentare l'entropia [devo ancora terminare il suo saggio ma, per il punto in cui sono, mi chiedo: il prezzo dell'empatia è davvero sempre l'aumento dell'entropia?].
"Più piccolo" significa anche "di Meno".
"Più veloce" significa anche "Meglio".
Lo scugnizzo che vedete nell'immagine è Lorenzo Insigne, attaccante del Pescara. Un fenomeno, ne sentirete sicuramente parlare. Il suo segreto? Eccolo: classe 1991, altezza 163 cm, peso 59 Kg, piccolissimo ma velocissimo!
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