Questo è il video che, per troppe ore, prima delle opportune rettifiche, è stato mandato in TV e Online dalle maggiori testate giornalistiche italiane, sulla tragedia della Nave da Crociera della Costa.
Non c'è niente da aggiungere ai tanti commenti espressi. Giovanni Boccia Artieri ha rilevato come il fake sia stato scoperto in rete; Alessandra Farabegoli, invece, si è chiesta che tipo di giornalismo possa essere quello che manca completamente di fact checking. Sul fact-cecking ha fatto delle considerazioni Roberto Favini.
Una riflessione, però, la voglio fare. E' vero che le persone ormai vogliono essere informate in velocità, in tempo reale; e ci sta anche che le testate cerchino di soddisfare questa richiesta. Ma è davvero proprio del giornalismo il puro rimbalzo di un documento senza un minimo di verifica? A quale tipo di compito possono mai assolvere i giornalisti e i giornali con queste pratiche se non quello di assecondare una mera logica di mercato? E che dire, poi, se la merce venduta risulta scadente?
Ha ragione Peter Laufer nel suo "Slow News - Manifesto per un consumo critico dell'informazione" quando dice: "le notizie di ieri, domani". Infatti...
Cosa si sono persi oggi i cittadini/lettori stando dietro questo fake? Tanto!
Cosa avrebbero guadagnato se avessero aspettato che tutto fosse più chiaro informandosi domani? Tantissimo!
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