sabato 18 febbraio 2012

C'è Sanremo e Sanremo! #ilsabatodimdplab #15

Tutti parlano e nessuno ascolta: è evidente che [anche] a Sanremo conti più [fare] la quantità, quella degli ascolti, che [fare/contribuire al]la qualità, quella delle canzoni. Un pò come accade per le Testate Giornalistiche; quelle online in particolare...


Il volume di traffico su Twitter, quello sulle testate giornalistiche e i dati di ascolto in TV sono una formidabile metafora di  dinamiche che, mi sembra lampante, ruotano più intorno al contenitore che al contenuto. Forse soltanto la Radio ha saputo, in questa settimana, dare spazio a quella che dovrebbe essere l'unica ragion d'essere della rassegna canora. Ma è evidente che Sanremo, di ragioni, ne ha molte di più (e più importanti).

Ero in macchina la prima serata ed ho rivalutato il broadcast: musica, parole e, a fine brano, un commento sulla canzone e qualche impressione che mi aiutava a capire/immaginare quello che stava succedendo sul palco. E mi è bastato: tanto contenuto, pochissimo contenitore. Non c'era nessuna distrazione e, almeno io, non avevo bisogno di altro (anche perchè, a dirla tutta, guidavo in condizioni estreme!)

Facciamo ora che la miscela di Twitter e TV sia l'emblema del contenitore, cioè di tutto quello che ruota intorno al contenuto; facciamo poi che la Radio sia rappresentativa del contenuto. Se condiamo il ragionamento con le intuizioni di McLuhan, tutto appare più chiaro! Insomma di messaggi in giro ce n'erano tantissimi, ma la Radio è riuscita a veicolare meglio le canzoni, "il messaggio vero", rispetto a quanto non sia stato fatto da Twitter, Giornali e TV.

Non mi meraviglia, quindi, scoprire i dati di una ricerca (via) condotta sui possessori di tablet: il 65% ritiene l'esperienza di lettura su carta più soddisfacente. Un pò come dire: meglio ascoltare una canzone alla Radio che in TV; meglio concentrarsi sulla notizia che distrarsi su altro.

Continuamo un attimo con la metafora sanremese: alla Radio, l'altra sera, l'unica cosa che richiamava la mia attenzione erano proprio i cantanti dell'Ariston. Qualche Megahertz più in là una musica sdolcinata stra-popolare che creava l'atmosfera di San Valentino; qualche Megahertz più in qua si dissacrava la festa con del metallo pesante, di sicuro impatto non c'è che dire. Bisognava vincere la curiosità: sorbirsi Gigi D'Alessio (passaggio inevitabile per poi chiedersi: perchè?) e poi concentrarsi sulle parole di Finardi (per tornare - dopo l'improbabile coppia di prima - a galleggiare su una media accettabile). La Radio soddisfaceva, quindi, una domanda - almeno la mia - diversa da quella della canzone popolare dall'ascolto sicuro.

E quindi non mi suonano male le parole di Luca Sofri che, sul come fare soldi con le notizie e l'informazione online, dice: serve una ricostruzione culturale della domanda e si può fare soltanto creando un'offerta diversa, cercando di non dopare troppo i risultati. Prima o poi emergeranno i contenuti di qualità anche se al momento vige la dura legge dei click. E non mi sconvolge nemmeno quello che è successo alla rivista Solon: 33% di contenuti in meno, 40% di traffico in più con un fortissimo ridimensionamento della politica di aggregazione ed un impulso di pari entità sulla produzione di nuovi contenuti (quelli che, magari, saranno aggregati da altri!).

Buona serata a tutti :)


E poi ne parliamo in giro!

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