venerdì 24 febbraio 2012

#celentano si, #celentano no




A proposito di Internet, Eli Pariser parla delle bolle nelle quali ciascuno di noi si rintana (magari senza rendersene conto) precludendosi la possibilità di stabilire ponti con mondi altri e, quindi, di crescere (è ancora il discorso del Capitale Sociale Bonding e Bridging). Chi sostiene che "Celentano deve dire quello che dico e penso io perchè ho pagato il Canone RAI", afferma la volontà (colpevolmente consapevole) di rimanere in una bolla.
Nel loro saggio, Pascale e Rastello, raccomandano agli scrittori di non usare retorica, di dire le cose come stanno, di fare uscire i cittadini/lettori - quindi - dalle bolle in cui sono rinchiusi. Non penso a Celentano come allo scrittore che deve aprire gli occhi alla gente, ma il rifiutarne a prescindere il messaggio mi sembra un rimanere fermi. Altro che le bolle di Pariser!

In questi giorni sto terminando un interessante libro/documento, La Favola dell'Auditel di Roberta Gisotti. Non sono, quindi, più credibili le parole di Celentano quando riporta i dati Auditel per dire del successo che egli ha avuto.

E' antipatica l'adulazione dello staff di ServizioPubblico (Giulia Innocenzi e Sandro Ruotolo, per non dire di Santoro), ma tant'è. Antipatico anche scoprire che, in fin dei conti, tanto libero ServizioPubblico non è.

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