lunedì 22 ottobre 2012

la Sentenza a L'Aquila non è contro la Scienza

Al momento, a parte gli spazi di cronaca nei quotidiani, tra le mie fonti, soltanto Luca Sofri scrive sulla sentenza che, a L'Aquila, ha condannato a sei anni la commissione Grandi Rischi (cito da Repubblica per non sbagliarmi) "per aver dato ai residenti avvertimenti insufficienti sul rischio sismico, per omicidio colposo plurimo, per lesioni colpose e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici".

Senza dubbio una sentenza pesantissima ma che soltanto superficialità, miopia e totale assenza di sensibilità possono descrivere con un titolo come quello dell'Huffington Post Italia: "La Scienza in Carcere".


Una settimana prima del terremoto, dopo l'ennesima scossa, la più intensa di uno sciame sismico che durava da mesi, Bernardo De Bernardinis, numero due della protezione civile, "operativo senza più il cappello dell'accademico", diceva: "Non c'è pericolo e siamo pronti a fronteggiare la situazione." Questo non è il parere di uno scienziato ma di uno (un politico?) che avrebbe potuto e dovuto prendere delle decisioni sulla base di dati scientifici e (per mancanza di coraggio? per superficialità?) non l'ha fatto.

Questa sentenza, quindi, non condanna la scienza.
Questo titolo, invece, condanna la scienza ad essere bersaglio dell'ignoranza.

Aggiornamento del 23 Ottobre 2012, ore 9.15AM
Evidentemente anche all'estero ci si diverte con i titoli: la versione maggiormente  accreditata è: condannata la Commissione per non aver previsto il terremoto. Guardate le prime pagine nella rassegna pubblicata da Repubblica. La stessa Repubblica, con il titolo dato alla rassegna, tende a mistificare: non sono stati condannati gli scienziati, ma la Commissione Grandi Rischi. E' diverso!

Disclaimer: la commissione Grandi Rischi, in quel periodo, tranquillizzò anche me perchè a L'Aquila ci vivevo. La mia ultima notte a L'Aquila è stata quella del 6 Aprile. Io sono stato fortunato perchè la mia casa è rimasta in piedi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un altro dei pochissimi che hanno scritto DOPO aver almeno letto il castello accusatorio è Marco Travaglio nel fondo del Fatto Quotidiano del 24 Ottobre intitolato, non a caso, "Rischi per fiaschi".
Ciao.

Marco Dal Pozzo ha detto...

Eppure basterebbe avere soltanto un po' di buon senso...e invece se ne sono sentite e se ne sentono di tutti i colori....