domenica 25 novembre 2012

#oppurevendola #iovotovendola


La riforma dell'ecosistema informativo italiano è una scelta politica: è politico l'indirizzo che bisogna dare alle normative per il finanziamento all'Editoria così come politico deve essere il sistema di amministrazione del servizio pubblico televisivo. Insomma, se c'è stato un governo che ha deliberatamente scelto di costruire ignoranza, ce ne dovrà necessariamente essere un altro a scegliere la conoscenza. Finora, per rifarmi ai due argomenti appena accennati, le scelte sono state fatte dal Governo Tecnico.

Un governo al quale credo sia stato perdonato moltissimo. La storia dell'Europa che chiede è stato un modo per chi lo ha sostenunto per non assumersi delle responsabilità politiche. Ha fatto gioco perchè è stata necessaria una ripulita dell'immagine dell'Itala. Ma ora basta!

Con le primarie del centro-sinistra tutti ci auguriamo che inizi la svolta politica che aspettiamo da tanto. Ma c'è svolta e svolta. Confesso che, tra tutti i candidati, non c'è quello che mi conquista totalmente. Io sono innamorato del Cofferati del Circo Massimo del 23 Marzo del 2002; sono passati undici anni e mezzo e, di soggetti simili, purtroppo, non ne ho visti in giro (o, forse meglio, non li hanno fatti vedere).

Oggi però io voto Vendola. E lo faccio per due ragioni: (1) è un personaggio che sogna dei sogni realizzabili (molti sono anche i miei) e (2) sostiene, con il suo partito, il Reddito di Cittadinanza. Una pratica che vedo come abilitazione/motivazione tecnica, oltre che ovviamente teorica, anche di un nuovo Modello di finanziamento all'Editoria.

La mia è una motivazione forte: ho immaginato spesse volte in questi ultimi mesi ad un mio possibile interlocutore politico, mi sono chiesto tante volte "se dovessi rivolgermi a qualcuno per spiegargli come vedo io il finanziamento all'Editoria per sperare poi di vederlo implementato, da chi andrei?". Mi sono sempre risposto: Nichi Vendola.

Ci sono tanti disillusi che hanno scelto di non andare stamattina a votare. Le loro motivazioni sono altrettanto forti. Io penso che bisogni andare. Io, intanto, devo cominciare a convincermi che stasera, comunque vada, sarà un successo!

[A me #oppurevendola non piace proprio per niente; l'ho messo così mi si nota un pò!]

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Per chi pensa che il Reddito di Cittadinanza sia soltanto una forma di assistenzialismo, pubblico di seguito le mie riflessioni sul saggio "Reddito di Cittadinanza" di Giuseppe Bronzini.
Il tema affrontato nel saggio è quello del Reddito di Cittadinanza, Basic Income, Reddito Minimo Garantito; effettivamente non sinonimi ma richiamanti tutti un concetto che guida il lettore attraverso le 150 pagine: ius existantiae, diritto all'esistenza.
Il Reddito di Cittadinanza non è soltanto una misura caritatevole per chi perde il lavoro, ma una garanzia per coltivare e declinare nella sostanza, non soltanto nell'idea, il diritto all'esistenza. Oltre a tante considerazioni abbastanza intuitive si trova uno spunto molto interessante e, almeno per me, del tutto nuovo: tale misura deve essere vista come influente non soltanto nella sfera del lavoro, ma anche in quella del non lavoro dove, si conclude, esistono tante occasioni di crestita (e, mi sembra di aver capito, per le stesse imprese che operano sul mercato); una misura che renda liberi i cittadini di usufruire dei beni comuni.
L'aspetto legislativo è tanto interessante (tantissimi riferimenti) quanto deprimente, almeno per l'Italia. Un Paese, il nostro, che, infrangendo tutte le raccomandazioni a vari livelli emesse dalle istituzioni (carta dei Diritti dell'Uomo e Carta Europea - riferimenti più chiari all'interno; io sono stato volontariamente sbrigativo), è l'unico in Europa (insieme alla Grecia) che non ha adottato nessuna misura.
Cosa fare, quindi? Due almeno le indicazioni che emergono:
1. Creare un movimento a livello europeo sfruttando la normativa secondo cui può essere proposto un referendum purchè interessi almeno 7 nazioni e un milione di persone.
2. sensibilizzare l'opinione pubblica

Agli scettici l'autore più volte fa notare che una misura (adottata su base locale in Italia dalla Regione Lazio ma poi, con la Polverini, eliminata) del genere è economicamente sostenibile se si ha finalmente il coraggio di tagliare le spese.

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Questo il riferimento di Sinistra Ecologia Libertà con l'iniziativa politica sul Reddito Minimo Garantito e quest'altro, invece, il link al sito con la proposta di legge: tra le adesioni alla campagna c'è anche quella Sergio Cofferati.

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