domenica 14 marzo 2010

Camminare con i Piedi e/o con le Mani

Sarà pur vero che la crossmedialità è la linea guida da seguire per risollevare le sorti dell'informazione e per fare in modo che, per gli Editori che fanno della sua distribuzione un Business, il Business stesso non si trasformi in un'attività a perdere ma...qualcosa non mi torna.

Almeno in questo spazio si è parlato di crossmedialità sulle vie della ricerca del [miglior] Modello di Business dell'informazione distribuita su Carta e su Web, ma credo che non sia del tutto mal posta la questione che condivido con voi e che provo ad enucleare partendo da una domanda: quanti saranno stati quelli che, delusi dalla mancata messa in onda di Ballarò, hanno deciso di servirsi di Mentana Condicio?

Forse arrivo troppo in fretta a delle conclusioni ma mi viene da pensare che la crossmedialità sia ancora un concetto culturalmente troppo avanzato per noi italiani. I due mondi, quello delle vie d'asfalto [che nella metafora penso come percorribili a piedi] e quello delle vie digitali [che, sempre rimanendo nella metafora, immagino come percorribili con le dita, con le mani], sono ancora troppo distanti e, a questo punto, soltanto la naturale ed istintiva predisposizione dei nativi digitali potrà risolvere la questione. Per loro camminare sulle prime intrecciandosi alle seconde [e viceversa] sono sicuro non rappresenterà una fatica [ammesso che poi, il mondo che gli si parerà davanti, avrà avuto gli stessi connotati di questo brodo primordiale e confuso che viviamo oggi (*)].

Ho notato, dal mio ristrettissimo ossevatorio delle strade d'asfalto [fatto di gente che percorre essenzialmente solo quelle], che la chiusura dei talk show non ha scandalizzato tante persone. Molte hanno dovuto superare solo il piccolo shok di reinventarsi il proprio personale palinsesto serale del Martedì! Molti potranno dire che alle regionali del Lazio sono interessati soltanto i laziali, è vero ma il dubbio mi resta!

Sulle strade digitali [percorse da gente che soltanto la scarsa offerta tiene lontane dalle TV] ho invece osservato molta più partecipazione, molto più interesse ad un fenomeno che ha davvero dell'incredibile e, soprattutto, molta meno fatica [direi praticamente nulla] ad adattarsi ad una mancanza. Notevole, a dir la verità, è la condivisibile positiva accoglienza nei confronti di un esperimento che tutti si augurano abbia un seguito.

Ripeto, probabilmente arrivo a conclusioni sbagliate, ma, considerando le diverse reazioni [di chi cammina con i piedi e di chi cammina con le mani], vedo questi mondi molto lontani e distanti anche dal punto di vista materiale. La misura di tale distanza genera in me il dubbio sul nostro essere pronti ad una rivoluzione crossmediale.

Concludendo: siamo davvero pronti noi italiani a intrecciare i due mondi? Siamo davvero pronti a transitare sul Web quando il contenuto classico [la TV, la carta] non sarà più sostenibile [economicamente per chi lo distribuisce e qualitativamente per chi ne fruisce]?

E dire che finora avevo creduto che crossmediale fosse il mondo al quale gli editori dovevano adattarsi; che crossmediale, cioè, fosse lo scenario che già viviamo poichè da noi stessi costruito nel tempo!

Forse sto sbagliando tutto in questo ragionamento...ma se lo condivido è proprio perchè ho bisogno di altri punti di vista!

Una cosa è certa: se chi percorre solo strade d'asfalto cominciasse a fare un pò di scuola guida pure per quelle digitali, faremmo sicuramente più bella figura ed avremmo tutti meno problemi.

(*) da intendersi con ottimismo e positività :)


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