lunedì 5 aprile 2010

Broadcasting e Browsing

Dal Broadcasting al Browsing. E' questo il passaggio che ho capito essere stato compiuto negli anni leggendo le prime pagine di Media senza Mediatori di Michele Mezza consigliatomi da Maurizio in una discussione scaturita dal post di Lia. Lì si parlava di crossmedialità e divergenza dei mezzi. Un passaggio dalla Pergamena al Libro, da una logica di imposizione di un pensiero a quella di una sua [del pensiero, intendo] rilettura e disamina critica individuale.

Tutto questo sarebbe stato permesso dall'innovazione tecnologica in grado di garantire contemporaneamente la miniaturizzazione e l'abbattimento drammatico dei costi della tecnologia abilitante i servizi, oltre che una iperconnettività che ha permesso di cercare ed immettere allo stesso tempo fonti e relative notizie con la semplicità che ognuno di noi conosce.

Il quadro è molto affascinante e torna con quanto Carotenuto diceva nel suo Giornalismo Partecipativo a proposito della reazione all'imposizione di un pensiero dominante con la digitalizzazione. Da un consenso imposto ad un senso costruito in un circolo virtuoso comprendente, ad un livello gerarchico che potrebbe definirsi paritario, generatore e fruitore.

Ciò che queste prime pagine aggiungono al mio background culturale in via di costruzione, è anche un nuovo modo di intendere il tempo reale, l'esigenza del just in time [Carotenuto]. Un tempo reale che, guardato trasversalmente al mezzo [includendo, cioè, anche la TV] non si riferisce soltanto alla velocità di creare e veder processati i feedback dei lettori, degli utenti al contenuto di tipo giornalistico; ma anche a come il senso viene generato: velocemente con un browsing che, nel caso della TV, è aiutato dalle stesse redazioni pronte, con le lore breaking news, a soddisfare delle precise esigenze dell'audience.

Mi piace osservare che lo svilimento decretato dalla logica del just in time [e favorito anche dalla disponibilità sempre più ridotta di capitali] del ruolo del giornalista [digitale o meno. i.e. non più inviati nei teatri di guerra, ma al massimo servizi da parte degli embedded] puntualizzata da Carotenuto, non sembra , se bene interpreto l'esposizioone di Mezza, esserci nella TV in cui studi televisivi sempre più [per l'appunto] tecnologici riescono a garantire un servizio di qualità per la disponibilità immediata di fonti, notizie e di commenti qualificati [in grado, io direi, di generare velocemente senso e, conseguentemente audience!].

Ci sono tanti dubbi in questa fase di eleborazione del Modello di Filiera Editoriale [per la quale ho ritenuto necessaria la lettura di libri da affiancare a quella delle fonti online di cui quotidianamente - e colpevolmente quasi in modo parassitario - fruisco]:

Concetto del Browsing: se questo è il modello richiesto dalle e [contemporaneamente] fornito alle Persone, come si può credere di riuscire ad integrarlo nel Giornalismo Cartaceo? Il modello Browsing credo lo si possa ritrovare sia nelle TV sia nel Giornalismo Online. Ma per il Cartaceo? Vedo il Cartaceo come un modello molto rigido a meno che non si intenda per Browsing l'azione del lettore con i suoi gradi di libertà nella scelta in Edicola.

Concetto dell'Individualità: siamo sicuri che ci sia oggi, a dieci anni scarsi dalla pubblicazione del libro di Michele Mezza, la volontà di distinguersi da una massa? di allontanarsi da prodotti creati per le masse verso l'aspirazione a qualcosa per sè? Nell'epoca in cui viviamo mi verrebbe da pensare che qualche pagina di Media senza Mediatori vada riscritta.

Si starebbe definendo in questa fase un insieme di
requisiti da soddisfare. Requisiti degli utenti che permetteranno una migliore formulazione del modello con qualche idea [assolutamente non innovativa] che mi frulla in testa per la questione riguardante la sostenibilità economica. La domanda quindi è: ma il passaggio dalla logica Broadcasting a quella Browsing è da intendersi come applicabile anche a chi non è spettatore di una TV? Lo dico meglio: sono fuori strada se, nel cammino di ricerca del miglior modello di Filiera Editoriale dei Quotidiani, pongo anche il problema Broadcasting/Browsing?

Prima ancora di ascoltare le vostre risposte verbalizzo un mio pensiero: credo che il cartaceo abbia poco a che vedere con il Browsing e, quindi, qualora l'esigenza del Browsing fosse, dal punto di vista dell'Utente, una questione trasversale al mezzo veicolante il Contenuto, sarei portato a pensare che il cartaceo sia destinato ad una fine inesorabile!

Proseguo o mi fermo?

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ovviamente, prosegui!
In estrema sintesi direi che per la carta stampata l'idea di browsing è rappresentata per definizione dalla parte on line. I problemi sono fondamentalmente due sovrapponibili ed intrecciati tra loro:
- Modalità efficaci di convergenza on & off line
- Redditività - modelli di business

Auguri di Buona Pasqua.

Pier Luca

Marco Dal Pozzo ha detto...

Grazie PierLuca, grazie per l'incoraggiamento!

La domanda che mi pongo e': sta storia del Browsing e' un bisogno che prescinde dal mezzo?