giovedì 17 giugno 2010

di ritorno da Siena

Ritorno a casa dal PmiCamp di Siena con delle belle sensazioni.

Ho portato con me una presentazione che poneva al centro dell'attenzione le Piccole Imprese che, al di là della definizione canonica, ho sempre inteso anche come quelle Imprese che, quanto meno per una questione di mancata conoscenza del mezzo, non riescono ad intuire le potenzialità dell'Internet.


L'impostazione era abbastanza semplice: partire dall'evoluzione dell'utilizzo dell'Internet [con un occhio di riguardo ai Social Network] da parti degli Small Biz americani per arrivare poi a casa nostra [collezionando così una serie di spunti] concludendo con delle riflessioni [un elenco più o meno ordinato di appunti].


Solo l'incoscienza mi ha permesso di prendere la parola appena dopo un docente universitario e prima di altri esperti. Ma il BarCamp è [anche] questo: una possibilità di scrivere e leggere un post usando non più i polpastrelli su una tastiera ma anche la voce in un'aula. Polpastrelli e voce anche di tutti quelli che nell'aula si sono trovati Venerdì pomeriggio.

Ho ascoltato con attenzione la sessione del mattino e più si andava avanti più mi rendevo conto che le mie slide ne costituivano quasi una sintesi: molte delle riflessioni insite nelle mie slide riguardavano/riguardano, in effetti, temi ai quali altri hanno dedicato uno speech intero. Questa consapevolezza mi ha confortato su un fatto: il monitoring che faccio di queste tematiche mi fanno essere al passo coi tempi. Insomma, finora non ho perso quasi niente :)

Vi propongo qui la mia ultima slide e completo gli appunti con gli opportuni riferimenti pescati nell'aula B, nella sessione "PMI e Innovazione".


Barriera culturale
Chi non comunica internamente non saprà comunicare sul Web

La comunicazione interna cui mi riferisco è sia quella tra i dipendenti della stessa Azienda sia quella che, giocoforza, deve esserci tra l'Impresa e l'Agenzia di Comunicazione scelta per la cura dell'immagine e, per l'appunto, della comunicazione sull'Internet. In un mondo ideale, da un lato si dovrebbero mettere le Imprese nelle condizioni di porre domande precise e sensate all'Agenzia e dall'altro quasi obbligare le Agenzie a parlare con una terminologia che altrimenti rischia di porre ulteriori barriere. è inutile rimarcare che se la comunicazione tra Agenzia e Impresa non funziona, la presenza sull'Internet dell'Impresa stessa ne risentirà in modo negativo.

Stefano Epifani [non sono purtroppo riuscito a trovare il momento opportuno per potergli stringere la mano, sarà per la prossima volta] ha detto una grande verità: non esiste più la scissione tra identità digitale e identità analogica. Scegliere ora, quindi, di stare fuori dal mercato digitale equivale a tutti gli effetti a scegliere di stare fuori dal mercato. E' anche questo quello che voglio dire quando penso che l'Internet è uno specchio della realtà Aziendale che sta dietro il Sito, dietro un profilo o una Fan Page su Facebook. Una buona comunicazione interna [nei due modi con cui l'ho voluta intendere] traspare, viene fuori e sarà difficile nascondere un disagio!

La comunicazione interna è tanto buona quanto più è condiviso il background culturale delle parti coinvolte.

Come si fa a condividere il background? Come si può cercare di abbattere la barriera culturale esistente tra i partner di un progetto [l'Impresa e l'Agenzia]? La risposta ce l'ha fornita Marco Sassetti: occorre fare formazione!



Paura di crescere
Si è in grado di sostenere un aumento del proprio volume di affari?

La paura di crescere è venuta fuori da una domanda durante la sessione pomeridiana nell'aula in cui poi ho preso la parola anch'io: "Social Media Marketing". La domanda era di uno dei tanti titolari di piccole Aziende che con curiosità hanno preso posto tra i banchi: "e come faccio a gestire commenti negativi? Io non voglio che ci siano commenti negativi!" Beh, io credo che questa domanda nasconda una insicurezza di fondo di natura almeno duplice: la prima è che probabilmente non si è convinti della qualità del proprio Prodotto/Servizio; la seconda è che non si è forse disposti a prenderne la parte positiva [da un commento negativo si possono ovviamente trovare gli spunti per migliorare].

Sono convinto che, se si vuole andare sul Web ma, ancora più in generale, se si vuole fare Impresa, bisogna prima avere una oggettiva e responsabile consapevolezza di offrire qualcosa di valore. Una riflessione, questa, che tanto assomiglia alla tesi 27 di Gianluca Diegoli richiamata anche da Mirko Lalli nel suo intervento.



Strategia condivisa?
Conviene condividere una strategia con un partner in grado di completare la propria offerta di Prodotto/Servizio?

Durante diversi speech sono venute fuori riflessioni simili: una strategia integrata effettiva e, conseguentemente, comunicata sull'Internet ad esempio tra un titolare di un B&B e quello di un ristorante [se ne parlava da queste parti qualche tempo fa].

In ogni caso, come ci ha ricordato Tommaso Galli [mi ha fatto piacere conoscerlo di persona] nell'ambito di uno tra i più interessanti speech della giornata [Analisi di un Investimento Online; seguite il link per consultarla sul suo blog]: pensare a cosa si può fare offline e trasferirlo online. Un distinguo [tra offline e online] che sempre meno mi piace perchè ne richiama uno ancora peggiore [vita reale e vita virtuale] ma che rende bene l'idea di come si debbano fare le cose.



Profilo sul Social Network
Profilo Personale o Profilo Aziendale

Qui ho trovato la risposta che cercavo: Luca Carbonelli, della Torrefazione Carbonelli ha raccontato il suo caso di successo. Su Facebook il nostro Luca gestisce la Fan Page della sua Impresa ma, perchè poi dietro il marchio ci sia un volto umano, utilizza il proprio profolo personale. Un mix tra esperienze di vita quotidiana [Luca Carbonelli] e storie che parlano di caffè [Torrefazione Carbonelli] gestito semplicemente con buon senso.



Barriera Tecnologica

Paolo Valcher ha rimarcato il concetto: la tecnologia aiuta il cambiamento. Vero! Ma il messaggio non arriverà mai se non si abbattono barriere culturali.



Nel ringraziare nuovamente lo staff, con un pensiero particolare a Jacopo, chiudo con una domanda: ma un Camp a chi si rivolge? Venerdì scorso a Siena c'erano tanti professionisti della Comunicazione e tanti titolari di Azienda. Questi ultimi come avranno mai vissuto la giornata? Saranno tornati a casa con qualche soluzione o con le idee ancora più confuse di prima?

2 commenti:

Doctor Brand ha detto...

Marco ci tengo a ringraziarti anche qui per aver messo a disposizione di pmicamp la tua passione sul marketing e sulla comunicazione.

E' stato davvero un piacere conoscerti di persona!

Grazie e a presto,
Jacopo

Marco Dal Pozzo ha detto...

Spero ci si riveda presto Jacopo :)