E’ stato come preparare un esame all’Università. Alla fine, ogni pagina ha la sua sottolineatura, la sua nota, il suo post-it. Ed ogni volta che ho ripreso la lettura [durata un mesetto tra impegni di lavoro e primi cazzeggi e sonnellini estivi] ogni sottolineatura, ogni nota ed ogni post-it mi hanno aiutato a riprendere il filo. E ad ogni ripresa mi sono scoperto a rimandare a mente quanto avevo letto per essere poi sicuro di comprendere ciò che mi apprestavo a leggere.
E’ stato un piacere! Mi sono lasciato trasportare dalla passione per la materia e sono rimasto affascinato dai numerosissimi link e riferimenti; ciascuno in grado di aprire un mondo. Con questo libro ho arricchito il mio background, sistematizzato informazioni, fissato conoscenze e acquisito metodo.
Ciò che mi ha fatto leggere con ancora più passione ed interesse questo manuale è il riferimento ad un paio di temi a me molto cari e sui quali in questo blog ho insistito parecchio: il Capitale Sociale e la Comunicazione [Interna/Esterna].
La crescita umana che si ricava dalle relazioni in rete è innegabile. Se a tale crescita si associa anche la comunicazione di un Prodotto o un Servizio in grado di rendere migliore la vita di chi appartiene ad una Community, si raggiunge l’obiettivo di un Marketing Etico; anzi, semplicemente del Marketing. La comunicazione, resa bidirezionale e personalizzata da tecnologie Web-based sempre più evolute [odio il termine Web 2.0, è una marketta e niente di più!], diventa quindi una discussione, uno scambio, una relazione; tutti fiori germogliati da un seme [Mafe lo definisce Social Object], che uno spirito etico e [lasciatemi dire] da educatore inquadra [o almeno dovrebbe] in un Concept Narrativo che appassiona e coinvolge: Capitale Sociale che cresce, insomma!
Il punto cruciale è il metodo di semina che solo un buon contadino può avere [o, forse meglio, che un buon contadino deve avere]. Fuori dalla metafora, cioè, il punto cruciale è la Comunicazione [in primis Interna] e l’appartenenza ad una Community: se si sa ben comunicare internamente si saprà comunicare sul Web; se al di qua della presenza online dell’Azienda c’è una Community [i.e. un Gruppo di Lavoro] che funziona, funzionerà anche la Community a cui si sarà appartenuto [o che si sarà creata] online. Un tuttuno [tra al di qua e al di là della presenza online - MCC direbbe tra il dentro e il fuori] che rafforza ancora di più una mia convinzione: il distinguo che si fa tra reale e virtuale è del tutto fuori luogo. La connessione che si crea in una Community online [a prescidere dal medium su cui la Community si basa] è fatta realmente tra persone; se tali connessioni non ci fossero, se l’amicizia su Facebook o il following su Twitter o l’iscrizione su FriendFeed non esistessero, non sarebbero nemmeno reali.
Uno spunto interessante, poi, considerando i tanti post dedicati in questo mio spazio all’argomento, è il parallelismo proposto da Mafe tra il metodo da utilizzare per captare/creare Community e il metodo per il posizionamento sui Motori di Ricerca. Per questi ultimi, su mdplab, ho sempre sostenuto il buon senso: nessun particolare stratagemma nello scrivere per il Web, nessun artificio, mai troppi calcoli sulla keyword density e bla bla bla... Mafe propone lo stesso concetto per il Social Network: basta parlare del Social Object, basta inquadrarlo in un ragionevole e coinvolgente Concept Narrativo. Così anche chi non è mai comparso online potrà essere raggiunto. A tal proposito, la stessa Mafe risponde con la findability [pagina 118] ad un dubbio di cui ho spesso discusso: come fanno le piccole imprese a imporre la propria presenza online? Per usare termini ricorrenti nel libro/manuale: come fare quando il proprio Social Object non può essere il marchio [perchè ancora non conosciuto]? La risposta, per l’appunto, è: usare buon senso, raccontare la propria storia senza nessuna forzatura. E sarà più facile essere trovati!
Concludo queste mie riflessioni [per le quali sono, come sempre, graditi i commenti] consigliando di leggere il Capitolo 9, La progettazione della Socialità: il tema di come si sono evolute le pratiche sul Web non costituisce soltanto una base per il metodo di lavoro ma, ancora prima, un background culturale che [anche per la chiarezza con cui è presentato] dovrebbe essere in grado di aprire gli occhi anche a chi è più scettico.
Buona lettura e grazie a Mafe!
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