mercoledì 1 giugno 2011
Un Ragionamento di Parte
Il voto delle elezioni Amministrative ha mostrato una clamorosa inversione di una tendenza tutta italiana (mi riferisco almeno a quella da me osservata in alcune precedenti occasioni di voto politico ed amministrativo su base sia locale sia nazionale).
Nelle precedenti occasioni di voto (devo ripetermi: parlo di quelle da me personalmente analizzate) c'era sempre stata una netta discordanza tra l'intenzione manifestata dal popolo della Rete e il risultato delle urne [prezioso sarebbe il vostro contributo per capire se l'ipotesi ha una applicabilità più globale]
Questa volta no. Chi ha vinto offline, aveva vinto già sul Web (attraverso i Blog e i Social Network); ma c'è di più: chi ha perso offline, aveva già clamorosamente perso sul Web. E un boccone, che prima si mandava giù tranquillamente (perchè sarebbe stato addolcito dalla conquista della poltrona di Sindaco o di un seggio in un Parlamento) in questa occasione si è dimostrato grottescamente indigesto.
Che indicazione si può ricavare?
Mi auguro di trovare la vostra approvazione se dico che, almeno in questa occasione, il popolo della rete possa essere considerato come un più affidabile campione dell'intero corpo elettorale.
Probabilmente il mio è un ragionamento di parte (sia da un punto di vista politico sia da un punto di vista, come dire, culturale), ma l'impressione che ho è che chi si è recato alle urne (e anche chi non c'è andato) è un popolo ormai più critico e appassionato; che ha saputo fare delle valutazioni sulla base di messaggi non più provenienti (solo) dal sistema broadcast. Si è recata, cioè, al voto (il discorso vale anche per chi non c'è andato) gente che ha discusso, anche animatamente, sulle piattaforme sociali del Web. O che, almeno, dal Web ha saputo riprendere e considerare messaggi diversi da quelli abitualmente "subiti".
Le discussioni hanno portato evidentemente ad una conoscenza contestualizzata, meglio inquadrata e ragionata; esse sono state, poi, anche in grado di spostare un risultato fino a qualche mese fa impensabile.
Questo è vero, ribadisco, non soltanto se si prende in considerazione chi ha vinto, ma anche tenendo conto di chi ha perso e di come ha perso. E' evidente che la "diserzione" dell'elettorato di centro-destra è maturato sulla base di una informazione complementare a quella sulla quale tale elettorato aveva sempre fatto affidamento. Una informazione che, anche nei periodi peggiori, ha "trasmesso" messaggi apparsi - credo non soltanto a me - del tutto scollati dalla realtà e, proprio per questo, sempre meno credibili e appetibili per un pubblico desideroso di "capire meglio". Ovviamente, se quella informazione avesse ancora una volta avuto successo, la mia analisi sarebbe stata completamente differente.
C'è stata Innovazione quindi! Un segno di discontinuità. Un nuovo di cui i Sindaci eletti sono la declinazione.
Il passo successivo, per rifarmi al WIKiD, è la Saggezza.
Una Saggezza che toccherà a tutte le parti in causa (eletti ed elettori) esprimere non appena si sarà passati all'azione (fatta di decisioni per i primi, di valutazione per i secondi).
Una Saggezza alla quale mai si potrebbe ambire se non si avesse la percezione (e la percezione credo ci sia) che il punto di partenza del percorso sta cambiando (conoscenza più pertinente anche perchè acquisita su piattaforme bidirezionali).
Una Saggezza che, quindi, sarebbe oggi più lontana se non ci trovassimo a vivere (come credo sia) un [o, almeno, un tentativo di] cambiamento di paradigma.
E' davvero un... Ragionamento di Parte?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Ho provato in vari modi a snocciolare dati e trends ricavati dai social media.
Io sono convinto che incrociando i dati demografici con quelli rilevati dall'online si possano scovare correlazioni tra essi (anche più d'una) e in qualche modo prevedere le intenzioni di voto offline.
Secondo me sarà la grande sfida delle votazioni degli anni a seguire.
Roberto,
sarebbe davvero interessante fare e successivamente valutare un'analisi del genere.
Come dico del post l'impressione che ho avuto e' che il Web sia diventato piu' rappresentativo del corpo elettorale.
Ci sarebbe anche da dire, con un'analisi spostata ad un livello appena appena superiore, che quello che appare e' un rapporto molto piu' critico di prima con l'informazione mainstream. Voglio dire: non e' detto che l'elettore di centro-destra non e' andato a votare perche' si e' informato sul Web da fonti che hanno saputo maggiormente contestualizzare le notizie; di sicuro non e' andato a votare perche' su di lui non hanno fatto piu' presa come prima le notizie distribuite sugli organi classici (TV/Quotidiani) broadcast.
Sono d'accordo.
A questo punto però qualcuno (Alfano?) dovrebbe fare un'altra riflessione.
Se per comunicare con gli elettori bisogna andare dove questi stanno e quelli di centro destra si nutrono a quanto pare attraverso tv e giornali, che senso ha per quell'area politica usare i social media?
Ci va per convertire a sé gli elettori di centro sinistra?
Allora sono sbagliati sia la strategia (approssimativa e tardiva) che il messaggio (autoreferenziale).
L'alternativa (sempre per il centro destra) sarebbe quella di "educare" ai social media il proprio elettorato, ma credo che questo non avverrà mai per tutta una serie di intuibili motivi.
Da qualsiasi parte la si guardi, la vedo grigia per chi se ne deve occupare...
Roberto,
dal mio punto di vista e' gia' un passo avanti (ovviamente poi bisogna vedere quanto alla lunga questo fenomeno reggera') che ci si approcci al messaggio mainstream con maggiore diffidenza rispetto a prima.
Quanto alla destra: e' innegabile che hanno sempre guardato con diffidenza il Web; figurati se con una cultura simile saranno mai in grado di educare all'utilizzo del Social Web!
Il problema e' cambiare il messagio. E con questo non voglio dire che debbano cambiare il modo di comunicare sul Web (quando ci stanno); voglio dire che devono proprio cambiare modo di fare politica.
Tutto il resto sara' una conseguenza. Compreso un ingresso piu' naturale e meno forzato/ingessato/"ridicolo" in un ecosistema finora visto sempre come "il male".
Che poi, se ci hanno visto il male, vuol dire che un certo "potere" al mezzo l'hanno anche riconosciuto ;)
Posta un commento