Queste le principali caratteristiche demografiche del campione:
- l'età media è sui 55 anni
- le persone intervistate vivono in agglomerati con un numero massimo di 25000 abitanti [ci avviciniamo, quindi, di parecchio a quello che mi piace definire bacino di utenza di testata (iper)locale o, per meglio dire, ultralocale]
- il livello di educazione sembra essere abbastanza elevato (meno del 9% ha un livello inferiore all'High School)
- lavora la grandissima maggioranza con uno stipendio medio superiore (e nemmeno di poco) alla fascia più bassa (meno di $10000)
- solo il 28% degli intervistati possiede uno smartphone, l'11% non ha il telefono cellulare
- la percentuale di connessi alla rete da casa pari al 70%
Osservazione Generale: Confrontando i dati del 2011 con quelli dei due anni precedenti, si scopre che, salvo rarissimi casi, essi sono variati di pochissimo [i.e. il range di variazione sui tre anni non va oltre i cinque punti percentuali].
Ecco alcuni dati interessanti:
- il 92% dei quotidiani sono a pagamento e il 67% delle persone ha un abbonamento
- intorno al 70% delle persone legge tutto o quasi tutto il quotidiano
- l'83% legge le informazioni locali
- il 22% non legge sui giornali locali perchè preferisce Internet o altre sorgenti (le informazioni locali vengono ricercate online nei Siti Web dal 32% del campione)
- circa il 60% legge le notizie sui giornali locali molto spesso; il 48% invece non le legge mai online
- il 40% si mostra interessato a leggere gli editoriali o le lettere alla redazione dei giornali locali. Nel 2011 il 64% non legge mai questo tipo di contenuto online (è questo uno dei pochi casi in cui c'è stata una variazione in difetto di una decina di punti percentuali).
- circa il 70% ritiene che l'accuratezza delle notizie sui giornali locali sia eccellente/buona. Più o meno la stessa percentuale giudica eccellente/buona la copertura. Online l'accuratezza e la copertura vengono giudicate eccellenti/buone da un più modesto 60%
Sull'esperienza dei contenuti online a pagamento:
- il 94% dice che non paga i contenuti sui siti Web
- il 70% dichiara che non pagherebbe le notizie online
- l'80% dichiara che non leggerebbe le notizie locali su un dispositivo mobile
Sulle inserzioni pubblicate sulle testate:
- In aumento la percentuale di chi legge gli annunci pubblicitari locali sulla stampa locale (intorno al 40%)
- Più del 60% dice di usare le inserzioni per decidere sugli acquisti (in leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti). Ed è importante notare che ci si fida di più del quotidiano, per i consigli d'acquisto, che della TV e Internet.
Tre indicazioni importanti, quindi:
- L'interesse per il messaggio contenuto nell'editoriale e per le lettere alla redazione parla, a mio avviso, di un marcato sentimento di appartenenza alla comunità;
- I contenuti su carta stampata sono ritenuti meno accurati e di minore copertura locale rispetto alle testate online;
- Le comunità locali sono disposte a pagare i contenuti su carta ma non quelli online (conseguenza diretta di quanto osservato al punto precedente? Credo di si).
In conclusione, questa ricerca ci dice che i quotidiani online, negli Stati Uniti, hanno successo se sono stampati. La demografia del campione non dovrebbe indurre a ritenere che ci sia una pregiudiziale di tipo culturale sull'uso di Internet; mi sembra, piuttosto, che quella dell'offline sia una scelta consapevole: le notizie locali vengono ritenute maggiormente affidabili sul mezzo stampato; da non trascurare la fiducia rispetto alle inserzioni: molto meglio la carta che la TV e Internet.
Sembra proprio che, negli States, siano paganti a livello locale su piattaforma cartacea le stesse caratteristiche che ripagano [o almeno dovrebbero, in via teorica, ripagare] le testate nazionali su piattaforma Web: velocità, copertura, fiducia, connessioni con le redazioni e tra le persone costituenti il bacino di utenza (con il contestuale raggiungimento dell'obiettivo sociale di cementare/costruire legami sia in termini di Bridging sia in termini di Bonding Social Capital). Uno scenario non troppo diverso da quello che, utilizzando un modello di provenienza informatica, dipingevo nelle slide presentate al MediaCamp di Perugia nel 2010.
Quanto all'Italia, non credo ci siano ragioni per pensare che una simile analisi porterebbe a risultati lontani da quelli ottenuti dalla NNA. Voglio comunque ricordare un'indagine di circa un anno fa da cui, servendomi della definizione di alcuni indici che mettevano in relazione le versioni online e offline delle testate giornalistiche nazionali e locali, si poteva concludere che maggiore è la localizzazione della testata giornalistica su un bacino di utenza ristretto, minore è il valore aggiunto dalla versione in Rete della testata stessa (minor senso, quindi, avrebbe lo sforzo di essere online). Considerazioni ovviamente opposte per i quotidiani Nazionali: il valore aggiunto in Rete è di elevata entità e meno senso hanno le versioni stampate.
I dati della ricerca americana sembrano confermare, almeno in una parte, conclusioni ottenute per via prettamente teorica e basate su ragionamenti di carattere - lasciatemi dire - sociologico più che di sostenibilità economica.
Mi sentirei comunque di dire, tenendo in considerazione (oltre che ovviamente il buon senso) i numeri appena presentati, che il perseguimento di obiettivi sociali [creazione di connessioni tra gli agenti nell'eco-sistema informativo e contestuale attribuzione di senso alle notizie abilitato da tecnologie/piattaforme ad hoc] riesce [riuscirebbe] a fare, in modo quasi automatico, di quella implementata, una soluzione anche economicamente sostenibile.
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