Riprendo dalle parole con cui ho concluso le riflessioni sull'indagine della NNA (National Newspaper Association, in USA):
[...] il perseguimento di obiettivi sociali riesce [riuscirebbe] a fare, in modo quasi automatico, di quella implementata, una soluzione anche economicamente sostenibile. E in grado anche - aggiungo ora - di rendere l'iniziativa imprenditoriale maggiormente competitiva sul mercato.
A chi usa frequentare il mio laboratorio dovrebbe essere chiaro che il Modello Fotovoltaico, inteso come piattaforma di distribuzione dei contenuti giornalistici, e la caratteristica Sociale dell'Impresa Editoriale (intesa alla Yunus: restituzione completa del capitale investito e profitto re-impiegato in miglioramento del servizio e abbassamento del prezzo di mercato per chi se ne serve) che su tale piattaforma distribuirebbe informazione, sono una combinazione che non nega nel modo più assoluto il mercato stesso.
Si tratterebbe, ovviamente, di modificare, quantomeno, il paradigma dell'eco-sistema informativo (i.e. dello Stato e del vivere la Cittadinanza) perchè sia ispirato a valori che, riducendo molto - per opportune esigenze di brevità - ad un concetto noto, mi piace definire semplicemente Slow, in cui i parametri di competitività arrivano a contemplare la qualità "sia lato Supplier sia lato Purchaser".
Segnalo, in tema, tre iniziative, magari a voi già note che prendono come riferimento, come dire, il "senso etico
delle cose".
Sono queste le Imprese/Iniziative/Associazioni alle quali chiedere uno sforzo (ETicaNews.it in effetti già è proiettata in questa direzione) per dare, nella pratica, un senso etico anche al mondo dell'Informazione; per imprimere una svolta Sociale (non Social, intesa come Social Media) divenuta ormai imprescindibile per chi deve/dovrebbe avere l'alta responsabilità [per l'appunto] sociale di rendere al cittadino gli strumenti per Leggere e Capire lo Stato in cui vive.
[Altro che Repubblica.it! - e non sono solo io a fare polemica]
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