domenica 22 novembre 2009

Filiera Editoriale - un Modello Per studiare e Da studiare [ancora]

Vi propongo un Draft di un Modello della Filiera Editoriale ispirato al modello protocollare ISO/OSI ed applicabile, almeno nelle mie intenzioni, sia al Cartaceo sia al Web.


L'idea in se è molto banale e, nella sintesi che presento nelle slide [ne ho messe anche un pò per pratica propedeutica], probabilmente è presente qualche errore, soprattutto nell'applicazione alla Filiera Editoriale del Cartaceo. Per essa mi sono aiutato con l'esercizio che PierLuca, Piccolo Imprenditore e Nicola D'Agostino hanno fatto durante l'estate. Per l'applicazione al Web credo di aver semplificato molto [spero non me ne vogliano i tanti esperti di Rete che mi auguro leggeranno], ma, per l'obiettivo che vuole avere questo lavoro, era inutile farcire di tecnicismi ciò che già ai più può sembrare complicato [ma non è poi detto che lo sia].

Da qualche tempo leggo parecchio [per scriverne quel che ne capisco e, da quel che capisco, quel che mi salta in mente] sui Modelli di Business dei Quotidiani, sia su carta sia sul Web. Le domande che andiamo ripetendo sono le solite: scompariranno i quotidiani cartacei? Ma davvero faranno pagare le notizie online? Gli utenti saranno davvero disposti a pagare per una notizia online?

Ipotizzo che il Modello di Business vincente sarà quello che riuscirà a conferire al Lettore/Fruitore/Utente il maggior beneficio. Un beneficio che, oltre che [ovviamente] a far perno sulla Qualità della Notizia e dell'Informazione distribuite, ho pensato sia concentrato anche sul metodo di fruizione di Notizia e Informazione.

Il punto di partenza è questo: il metodo di fruizione è insito nella Filiera Editoriale e nel protocollo utilizzato [utilizzando il termine protocollo in senso molto ampio].

Mi sono detto quindi che, considerando anche che nel mio percorso di studi e nello svolgimento del mio lavoro i modelli matematici mi hanno sempre aiutato a comprendere meglio i processi, con un modello del protocollo della Filiera Editoriale avrei potuto [io per primo] capire di più. Alla fine di questa prima fase dello studio di questo modello [da ritenersi in edizione rigorosamente draft] sono riuscito a sistematizzare delle osservazioni. Le trovate nelle ultime quattro slide.

Mi piacerebbe, mai come questa volta, avere un vostro contributo sia per perfezionare il modello, sia per utilizzarlo a modellare le varie realtà esistenti [oltre a raffinare il Cartaceo e il Web, mancano la TV, la Radio etc.] sia, infine, per formulare un'ipotesi di lavoro sul Modello di Business migliore che metta al centro l'Utente e che, allo stesso tempo, sia sostenibile soprattutto dal punto di vista economico.

Se siete d'accordo possiamo formalizzare un modo di procedere [così, su due piedi, penso ad esempio all'apertura di un apposito Wiki] per arrivare, con obiettivi chiari, a qualche conclusione. Forse i miei obiettivi li ho espressi in modo fumoso quindi, in ogni caso, vi prego, fermatevi se ritenete questo lavoro inutile :)

Ecco comunque le slide.
[consiglio la visione a tutto schermo, alcune figure e tabelle potrebbero altrimenti risultare di difficile lettura e se già conoscete il modello ISO/OSI saltate direttamente alla slide 14 e continuate da lì]



Alle osservazioni delle ultime slide [valide se è valida l'idea del Modello e presupponendo, per ora, una sufficiente conoscenza dei fenomeni in esame] qualche altra riflessione la faccio qui. Si tratta di spunti da sviluppare e se foste voi a svilupparli con me ne sarei felice :)

[1] La prima è relativa al Modello per il Web che necessita sicuramente di qualche aggiustamento per meglio contemplare la connessione umana tra i vari Livelli oltre a quella esistente tra le macchine [Computer]; nel caso del Cartaceo il compito è stato relativamente più facile.

[2] Quello che mi ha colpito nel rapporto del Censis è la crescita praticamente nulla della Free Press. Questo, a mio parere, starebbe a testimoniare un evidente limite del Protocollo della Filiera del Cartaceo che ho cercato comunque di evidenziare nelle slide: la mancanza di connessione tra Generatore e Fruitore della Notizia ai Livelli più elevati.

[3] Un recente sondaggio pubblicato su eMarketer dice che molti sono gli Editori Americani disposti ad intraprendere la strada del pagamento dei Contenuti online poichè vedono in questa strategia la creazione di nuove opportunità. I lettori, indicando che molto facilmente rimpiazzerebbero la mancanza delle notizie dal provider abituale servendosi da un nuovo provider [per lo più locale], tendono a dimostrare che la differenza è nel protocollo e non tanto nella Notizia in sè. Il Web, come si diceva, forse proprio perchè permette la connessione anche tra i Livelli elevati, è preferito.

Fin qui però non si affronta la questione del pagamento.

[4] L'analisi presentata da Marco Bardazzi mi fa riflettere sul fatto che quella della gratuità del flusso base delle notizie è solo una illusione degli Utenti perchè, come nel Modello appare chiaro [ma per capire questo aspetto non era necessario elabolarlo!], i livelli Fisici di trasporto della Notizia sul Web sono pagati all'Internet Service Provider così come nel costo del Quotidiano Cartaceo è sicuramente contemplato il trasporto su gomma.

Piuttosto, il discorso relativo all'opera di convincimento che gli Editori dovrebbero fare per far risultare motivata la spesa per il prodotto proposto [la Notizia/Informazione], si pone su un piano differente che riguarda la Qualità e, traducendo nel Modello, anche l'appetibilità della connessione sui Livelli alti del Protocollo tra Generatore e Fruitore. Tale discorso però, per la stessa natura del Modello [asettico e rigido almeno nelle intenzioni!], è difficile da inquadrare nella Pila. Ma si può provare, se siete d'accordo, a fare anche questo!

[5] Un'ultima riflessione: un fattore che ritengo sia altamente discriminante [tra ciò che può avere successo e ciò che rischia di non averlo] è il tempo reale con cui si riescono a realizzare le connessioni tra Generatore e Fruitore della Notizia ai Livelli Protocollari elevati [Sessione, Presentazione e Applicazione]. Nel caso del Web, oltre che ad essere presente, tale connessione viene realizzata, si può dire, proprio in tempo reale a partire dall'istante della pubblicazione. Detto questo, credo che, per riprodurre su carta questo vincente meccanismo, una possibile soluzione sia l'avvicinamento fisico delle due figure [Generatore e Fruitore, per l'appunto] attraverso l'Edizione di Quotidiani a carattere locale.

A voi la parola!

12 commenti:

LB ha detto...

Finalmente potrò dare un senso a una intuizione del 1993, quando mi arrampicavo sugli specchi per sostenere che ci vuole un gateway di presentazione.
Eppure i miei interlocutori erano ingegneri!
Perché non mi capivano?
Bel lavoro, Marco, congratulazioni :-)
Non posso capirlo nei dettagli - son mica un dott/ing, io - ma lo sento impostato bene per dare una forma concettuale a un'interfaccia operativa tra mondo reale e mondo virtuale.
Anche questa mia interpretazione . naturalmente - è da mettere in relazione con una forma di studio.

Marco Dal Pozzo ha detto...

Grazie Luigi!
Non so perchè ma sapevo che la cosa ti sarebbe piaciuta! C'è voluto un po' di tempo per formalizzarla ma alla fine...

Quanto alle capacità di capire e far capire [in questo caso un modello], un'idea o altro non credo sia questione di dott/ing ma semplicemente di comunicazione tra persone.

Insomma non ti capivano perchè non avevano i tuoi stessi strumenti :)

Cioè: non tutti gli Ingegneri sono uguali, qualcuno ha pure una testa e, soprattutto, un cuore :)))

LB ha detto...

Marco,
in realtà non è questione di cuore; meglio dirlo subito.

In realtà il modello che proponi lo si può ribaltare, dando al livello applicativo il ruolo di piattaforma (comunicativa).

Per la pratica comune (common practice), di chi vive la propria realtà in modo pragmatico, una piattaforma deve venire prima di ciò che ci si può costruire sopra.

Per mia moglie, che un cuore ce l'ha, il senso del "ribaltone" che a me sembrava una cosa ovvia da fare, se davvero si vuole evolvere verso un'economia della conoscenza, "era" che si cercherebbe di costruire una casa partendo dal tetto ;-)
... proprio come vedere una soluzione nell'Edizione di Quotidiani a carattere locale ...
infatti, adesso che tocchiamo con mano i rischi della bolla mediatica, anche mia moglie riesce a capirmi "con la testa" :-)

Take heart, man! :-)

LB ha detto...

Marco,
a proposito della conversazione con Gigi Cogo .. ho ripescato un vecchio tentativo di vedere .. E FAR VEDERE .. gli aspetti sociali dell'ISO/OSI; l'ho messo in un Album Picasa, descritto dal commento ....
Nel modello OSI sono embedded potenti metafore sociali, che nelle reti sociali di oggi hanno bisogno di un reverse engineering per essere riscoperte

Marco Dal Pozzo ha detto...

Grande Luigi!
Preziosissima segnalazione! Dammi un po' di tempo per studiarmi il tutto!

Il titolo e il tuo commento sembrano molto molto interessanti :)

Marco Dal Pozzo ha detto...

P.S. ma per una migliore fruizione, Luigi, che ne dici di Scribd?

LB ha detto...

Ho provato a fare un .odt e a caricarlo su Scribd .. senza riuscire a vedere il risultato; quando torno in montagna copio l'articolo in .pdf e ci riprovo.

Dal 1993 ad oggi sei il primo che mi dice di trovare la cosa interessante .. dopo alcuni verdetti ECCELLENTI di bocciatura; eppure l'articolo fu richiesto dai governativi USA del NIST .. quindi io continuo a ripetermi .. eppur se dovrebbe movere .. finché non se move non moro .. no! ;-))

Marco Dal Pozzo ha detto...

Ben detto Luigi :)
Comunque ho detto titolo e commento interessante, non l'intero articolo!!! :D

Insomma dammi il tempo di leggerlo :)))

LB ha detto...

L'intero articolo era .. nel 1993 .. uno STUB di qualcosa DI NUOVO .. da dire nel contesto NORMATIVO, basato su attività di STANDARDIZZAZIONE TECNICA.
Il Modello OSI si prestava, allora, a capire che era stato raggiunto un confine, tra lavoro tecnico e lavoro di processo.
Il lavoro tecnico per gli standard dei Lower Layers dell'OSI avrebbe dovuto iniziare ad accogliere le implicazioni (sociali) del lavoro necessario per gli standard degli UPPER LAYERS, in particolare del Livello Applicativo.
Sarebbe stata un'impresa ciclopica, riuscire a farlo nel 1993.
Adesso sarà un'impresa ciclopica recuperare gli errori causati dal non esserci riusciti allora.
Nel Modello OSI mi sembra si possano cogliere implicazioni non solo in termini di Canale vs Contenuti, come emerge dai commenti di Gigi Cogo. Quando si arriva al livello applicativo entrano in gioco implicazioni in termini Conoscenza: IO, applicazione A, che giro sul Sistema Pinco .. ho il diritto di comunicare in modo paritetico e interoperabile con TU, applicazione B, che giri sul Sistema Palla!! Senza questo diritto la mia acquisizione di conoscenza (processo decisionale) è subordinata a interessi precostituiti e a secondi fini. O no?
Per fare evolvere questo sfogo .. LO AMPLIFICO ;-)

Marco Dal Pozzo ha detto...

Luigi,
il documento merita una lettura approfondita. Mi prendo il tempo che mi serve ;)

Magari il prossimo wek-end qualcosa potremo cominciare a dirci!!!

LB ha detto...

Riprendo il tuo ultimo commento per proporti - come buona intenzione d'inizio anno - un'eresia analogica, tipo Cettolaqualunque che dice: 'ntuculo alla lettura approfondita!.

Sto osservando la mossa dei giornalisti del Gruppo l'espresso che si son messi a scrivere e a (chiedere di) parlare di eresia digitale, vedi il post su Webeconoscenza e le cose che sto cercando di dire e di fare, per mettere un po' d'enfasi sul bisogno di eresia analogica.

Fare incontrare un po' di eretici .. digilogici o anatali .. magari serve per uscire dal deadlock ... il problema diventa trovarli e farli interagire.

Buon Anno Marco :-)

LB ha detto...

il link al post su Webeconoscenza del commento precedente.