Non si gioca bene se in una squadra non si coltiva una propria identità personale.
Questa è la prima frase, delle tante, che ho appuntato su dei post-it [per non rovinare troppo il libro] leggendo Economia della Felicità di Luca De Biase. Una seconda rilettura terminata qualche settimana fa della quale, ora [con colpevolissimo ritardo sulla mia tabella di marcia], voglio condividere delle osservazioni. Per ogni argomento ho messo un titolo [indicando tra parentesi il Capitolo del Libro in cui se ne parla]; vi invito, pur rendendomi conto che il Libro è stato pubblicato molto tempo fa e commentato abbondantemente, quindi a saltare direttamente a quello che più richiama la vostra attenzione [il post è volutamente organizzato in...mini-post] e lasciare un feed-back nei commenti. Un'avvertenza: la chiave di lettura è molto personale ed ha la forma degli obiettivi che mi sono dato in questa seconda fase di mdplab, all'insegna di un vero e proprio Elogio della Condivisione e sfruttando l'assist che io stesso mi sono dato un paio di settimane fa [alla fine post]!
Media Tradizionali e Rete [I Mezzi del Dono e del Denaro]
Come reinventare i media tradizionali considerando quanto accade in Rete? Come convertire il media verticale [quello che cioè detiene tutta la filiera: dalla produzione della notizia al mezzo che la diffonde] e sfruttare la rivoluzione orizzontale? La risposta a queste domande Luca la fornisce nel Paragrafo "Alla ricerca dell'armonia". L'Armonia cui si riferisce è quella tra l'orizzontale e il verticale e il compito dei grandi media dovrebbe esplicitarsi, con questo obiettivo, in tre azioni: trasparenza e intelligenza di selezione delle notizie, verifica e dimostrazione della credibilità delle fonti e design dell'accesso alle notizie in modo adatto a ogni esigenza del pubblico.Con questo Luca non vuole negare l'opera di filtraggio delle fonti e delle notizie che, su base orizzontale, si consuma fortunatamente ogni giorno in Rete e, allo stesso tempo, parla di una riqualifica del compito dei media professionali. Personalmente penso che un aiuto che il riqualificato compito del mezzo professionale dovrebbe conferire ad un pubblico più pigro [in altre parole un Servizio] sarebbe semplicemente quello di mettere a disposizione una selezione di notizie verificate e attendibili.
Information Overload [l'Informazione come Problema (1)]
Il costo di transazione è quello che viene riconosciuto al dovere di acquisizione di informazione per l'auspicato raggiungimento dell'equilibrio economico. Con Internet si è pensato che questo costo fosse annullato e che si potesse evitare l'asimmetria delle informazioni riproposta [quest'ultima] però dal fenomeno dell'Information Overload.Si ripropone, quindi, il tema della necessità di una riqualifica dei media professionali. A questo aggiungo io anche la necessità del potenziamento delle Biblioteche e uno sforzo perchè esse operino anche e soprattutto sul Web. Come? Beh, attuando un servizio alla comunità locale sia per attuare strategie di Marketing Territoriale [avendo come target le Imprese] sia per aprire una nuova strada verso la ricostruzione di una identità locale [avendo come target la gente del luogo].
la Pubblicità [l'Informazione come Problema (2)]
La pubblicità sui Media a struttura gerarchica è più che altro comunicazione che può essere fraudolenta ma va comunque a vantaggio di chi la semina. La pubblicità sul Web [o media digitali] per funzionare deve semplicemente informare perchè ci sia vantaggio [almeno percepito] per chi la raccoglie.Il tema dell'Informazione e della Comunicazione Luca lo affrontava un paio di anni e mezzo fa sul suo Blog [agli albori di mdplab mi divertii anche a farne delle slide interessato alle dinamiche dei Corporate Blog]. La ragione è da ricercare nella diversa modalità di fruizione del contenuto online rispetto a quello del contenuto del mezzo verticale. Insomma, senza scomodare i mezzi di esclusione degli annunci pubblicitari con i Plug-In dei Browser, è ovvio che gli utenti della rete abbiano un potere molto più alto di quello che con il telecomando hanno gli utenti della TV. Perchè quindi la pubblicità online [anche se forse è riduttivo definirla così in questo caso] abbia successo, e se si vuole invertire una tendenza in atto, occorre renderle una dignità informativa più che comunicativa.
Utilizzo della crescita di produttività [il Fine dei Mezzi (1)]
Luca riporta delle riflessioni di Bertolini: perchè le società sviluppate destinano la maggior parte della propria crescita di produttività all'aumento delle produzione invece che usarla per ridurre il tempo dedicato al lavoro? Il problema, così come lo sintetizza Luca, è che l'aumento della ricchezza di qualcuno si trasforma immediatamente in una riduzione del benessere di qualcun altro. Anche per questa ragione, dunque, la crescita economica determina infelicità.Capisco che questo ragionamento è molto ampio ma la riflessione che mi viene da fare d'istinto è questa: ma se si destinasse un pò di quella capacità produttiva [che definirei anche creativa] ad una qualche forma di condivisione? Non sarebbe possibile innescare un circolo virtuoso? Penso, riducendo ancora di più il campo di applicazione di tali riflessioni, all'ambiente Aziendale. L'infelicità è molto spesso quella provata dai Lavoratori per il non sentirsi parte integrante di un progetto vincente e che vincente, io credo, potrebbe essere ancora di più se solo si facesse informazione interna e si tracciasse in modo evidente il lavoro di ciascuno verso l'obiettivo finale [si desse, cioè, evidenza di quanto il lavoro di ciascuno sia parte di un progetto]. Ma cosa sono l'informazione interna e quello che sto definendo tracciamento del lavoro se non una gratificante condivisione?
Cultura Tradizionale e Internet [il Fine dei Mezzi (2)]
Che senso avrebbe una cultura tradizionale se non fosse inquadrata in una visione cosmopolita/universale? Non si differenzierebbe e, quindi, di quella cultura tradizionale, verrebbe meno il senso!La necessaria e, direi, inevitabile conseguenza è l'aprirsi; passo difficile da compiere soprattutto per chi è integralista ma Internet è il mezzo a disposizione perchè tale passo possa essere compiuto. Internet va cioè visto come uno strumento perchè si realizzi l'affermazione di ogni cultura e perchè di essa se ne rilanci il senso. è una diversa declinazione di una stessa voce: condivisione perchè si affermi l'identità di ciascuno; mi verrebbe da pronunciare la parola Intercultura!
"Core" e "Context" [Idee Guida (1)]
Luca riporta il concetto di Moore. Il "Core" è ciò che differenzia un soggetto dall'altro e lo rende migliore, eccellente. Il "Context" invece è l'insieme delle attività che si devono svolgere per soddisfare gli impegni che si delegherebbero volentieri se fosse possibile.Calando questa visione nella realtà Aziendale credo che la condivisione potrebbe essere vista come delega [cioè fiducia] per incentivare la creatività "utile". Si attuerebbe uno scambio di "Core" e "Context" e, io credo, si metterebbe in moto un circolo virtuoso da cui le Aziende trarebbero beneficio per via del più concreto e consapevole operato di ciascun lavoratore stimolato dal sentirsi finalmente parte di un Progetto. Insomma uno sviluppo di "Core" personale che si rifletterebbe su quello Aziendale.
Città di Successo [Idee Guida (2)]
In alcune Stanze, un simile manifesto con scritto Azienda invece di Città, avrebbe un effetto dirompente!
La formazione della perfetta conoscenza degli strumenti tecnologici più adatti alla generazione di innovazione, la cura dei talenti e la tolleranza nei confronti della diversità culturale e degli stili di vita personali sono i segreti delle città che hanno successo.
il Dono [Idee Guida (3)]
Il Dono non è solo ciò che non si paga. è anche un elemento di ciò che si paga ma che non fa parte del prezzo.Non si arriva a ciò solo su base volontaria, ma occorre un sistema incentivante.In Azienda la collaborazione è una possibile declinazione di questo ragionamento e, in tale declinazione, sono convinto che l'incentivo è rappresentato da un comportamento esemplare dei Respondabili di Funzione, Reparto.
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