Troppi condizionali in questa riflessione. Ne verrano degli altri.
In settimana è successo che Twitter abbia inglobato Bluefin Labs, importante società di media analytics, esperta nell'analisi semantica delle conversazioni online. Quali sono, quindi, gli scenari che si stanno preparando? Livia Iacolare, su Valigia Blu, dice che, con questo nuovo servizio, "gli inserzionisti interessati potranno acquistare spazi pubblicitari avendo a disposizione in tempo reale tutti i dati sull’engagement e sul sentiment, ovvero sulle reazioni positive/negative rispetto a programmi e spot."
Se, da un lato, vedo la collaborazione con Nielsen come qualcosa di utile per l'ecosistema mediatico - si pensi solo, mi ripeto, a quanto bene farebbe in Italia la sostituzione dell'auditel con la Social TV Analysis -, dall'altro, l'acquisizione di Bluefin Labs, ha il sapore amaro di qualcosa che quell'ecosistema lo altererà in senso negativo. Twitter-Nielsen si porrebbe come un osservatore neutro delle dinamiche crossmediali; Twitter-Bluefin, invece, come un elemento distorsore. Al momento la vedo così. Ed è questa la ragione per cui, poi, mi spavento un pò a pensare ai tre attori insieme: la Triade Nielsen-Twitter-Bluefin: un cortocircuito esplosivo tra interesse privato delle Aziende (Twitter in primis e poi tutti i Brand @qualcosa) e delle TV e interesse complessivo del pubblico. Inutile dire, in questo gioco, chi sarebbe il pollo da spennare.
Se non ci fossero di mezzo gli interessi propri di chi è quotato in borsa, immagino che il monitoraggio della Social TV su Twitter porterebbe all'esaltazione di tante piccole nicchie che, con l'irruzione dei brand agevolata dalla Triade, rischierebbero di essere soffocate. Se si faccesse più attenzione alle dinamiche latenti invece di stroncarle sul nascere sotto il peso di ciò che Twitter - con i nuovi servizi che si accingerebbe a fornire gli inserzionisti - starebbe per rendere ancora più popolare, si aprirebbero le porte a nuovi processi, fuori dalle solite bolle (nel senso di Eli Pariser). A me il fatto che Uomini e Donne abbia più follower di Rai Scuola fa riflettere parecchio e, chiedo: quale mai sarebbe, tra i due, il canale privilegiato nei giochi della Triade? Quanto bello sarebbe, invece, se Twitter "sponsorizzasse" il secondo ai danni del primo? Certo, le scelte sono sempre delle persone ma non tutti sono consapevoli di ciò che c'è dietro.
In tempo di campagna elettorale torno sulla riflessione sull'analogia tra Content MarketPlace e Politica on Demand. Per sapere "cosa c'è dietro" farei vedere e poi spiegherei agli sprovveduti ogni risata e i dettagli delle battute di un Crozza davvero memorabile.
***
Aggiornamento del 10 Febbraio: segnalo la breve conversazione con Piero Tagliapietra sulla pagina di Intervistato.com di Facebook nella quale ho linkato il post: al mio timore che possano scomparire, Piero risponde che le nicchie saranno un valore aggiunto per gli inserzionisti. Interessante il suo paragone: il valore delle nicchie (RaiScuola) rispetto al contenuto popolare (Uomini e Donne) è quantificabile nella differenza di valore di CPC che c'è tra Facebook e LinkedIn: 0,10-0,50€ contro 2€ almeno rispettivamente.
***
Aggiornamento dell'11 Febbraio: segnalo il post su We are Social, Il futuro social della TV: Twitter e gli eventi. Di seguito ne riporto i brani conclusivi.
Twitter è molto interessato a diventare un supporto di riferimento per la conversazione legata a grandi eventi. Lo dimostra la recente acquisizione di Bluefin Labs, un’azienda specializzata sulla raccolta di dati social legati a Social TV. Lo conferma anche la partnership che Twitter ha attivato con Nielsen, per individuare metriche social sincronizzate con la misurazione televisiva.
Ali Rowghani, COO di Twitter, ha dichiarato: "Twitter is an amazing complement to live television viewing. We look forward to working with Bluefin and our partners in the television industry to make the experience of Twitter and television even better."
Questo approccio ha un impatto anche sull’advertising tradizionale. In questa analisi di Altimeter Group sul SuperBowl è evidente quanto stia diventando importante per i brand includere una call to action alla conversazione negli spot, spesso tramite hashtag.
I presupposti sono molto interessanti per le persone, per le marche e le community a cui partecipano. Attraverso i canali social è possibile partecipare alla conversazione riguardo gli eventi che hanno un impatto su chi è legato al brand e aggiungere valore all’esperienza di fruizione. È importante definire una strategia in linea con le esigenze del target per capire al meglio quali tattiche attivare, in base agli obiettivi che ha il brand. Il futuro della social TV, come succede spesso, si basa sull’ascolto e sulla comprensione delle persone che partecipano alla conversazione e si realizza attraverso interazioni che sono sempre più umane, rilevanti e creative.
Immagine Pensieri in Gioco
Nessun commento:
Posta un commento