giovedì 14 febbraio 2013

New York Times e Circoli Virtuosi

Esattamente un anno fa, PierLuca Santoro, nella sua rubrica per l'European Journalism Observatory, spiegava il caso del New York Times: un paywall che consente la lettura fino a venti articoli senza pagare; un paywall che, per questa sua natura, lo stesso Pier Luca Santoro ha definito "soft".

A Febbraio del 2012, nell'analisi si scriveva: si vede con chiarezza come a fronte di un incremento della diffusione del quotidiano non vi sia altrettanto una crescita dei ricavi dalla pubblicità che nel suo insieme calano del 6,1%. Si tratta della combinazione tra il progresso dell’incidenza delle revenues derivanti dagli investimenti sull’area digitale, che nel 2011 hanno raggiunto il 27,7% del totale (nel 2010 erano il 26,3%) e la flessione dei ricavi dalla pubblicità per la versione tradizionale cartacea. Una dinamica che conferma come il digitale, neppure per una testata del valore del NYT, riesca a compensare il calo della carta.

A Febbraio del 2013 succede che Mark Thompson, direttore generale del gruppo, dichiari (via): "Abbiamo visto un rafforzamento della forte crescita degli abbonamenti  digitali oltre a un aumento dei ricavi per la vendita e gli abbonamenti su carta. E’ la prima volta nella nostra storia che i ricavi dalla diffusione hanno superato quelli della pubblicità".


(è come se) L'azione congiunta del digitale e del cartaceo (abbia) ha fatto diventare, per il New York Times, un oggetto di vanto quello che, per la quasi totalità degli editori è la preoccupazione più grande: il calo dei ricavi pubblicitari a favore degli abbonati. (Ma questo, ovviamente, non vuol dire che, a New York, non importi più nulla della pubblicità.)
Dal mio punto di vista, tale scarto, oltre ad essere indice di qualità dei contenuti e dell'informazione da essi veicolata, potrebbe rappresentare un'opportunità di innesco di un circolo virtuoso che potrebbe rendere le inserzioni sempre meno necessarie per gli editori (in virtù dell'aumento delle quote di readership) e, quindi, sempre più appetibili per gli inserzionisti. È ovvio che un simile meccanismo sarebbe possibile soltanto instaurando e/o consolidando un rapporto, un patto, alla pari tra Editori e Pubblico, Scrittori e Lettori, tra Cittadini. Per esempio riconoscendo a chi legge il ruolo nella costruzione del senso dell'informazione.

Immagine HOW BLOG

Nessun commento: